Il governo Macron, più a sinistra che a destra

Emmanuel Macron aveva promesso un Governo «di destra e di sinistra», paritetico a livello di uomini e donne e aperto alla società civile: ha mantenuto la parola, anche se globalmente questo esecutivo, che sarà presieduto da Edouard Philippe, il sindaco di Le Havre, esponente dei Repubblicani, sembra avere il suo baricentro più a sinistra (o almeno nel centro-sinistra) che a destra.

Proprio dalla gauche vengono alcuni personaggi, che da tempo si sono schierati dalla parte di Emmanuel. Si tratta del nuovo ministro degli Interni Gérard Collomb, 69 anni, sindaco di Lione dal 2001, socialista (anche se è sempre stato guardato con diffidenza dai vertici nazionali del partito).

Socialista doc è anche Jean-Yves Le Drian, 69 anni, già ministro della Difesa sotto François Hollande, e che ora, invece, si occuperà degli Esteri e dell’Europa. Originario di una famiglia operaia e cattolica della Bretagna profonda, è il prototipo di quel cristianesimo sociale così tipico dell’Ovest francese e che ha avuto fra i suoi teorici il filosofo Paul Ricoeur, di cui Macron è stato discepolo. Poi, uno degli «uomini» di Le Drian è il nuovo ministro della Coesione dei territori, Richard Ferrand, uno dei primi parlamentari socialisti ad avvicinarsi a En Marche !, il movimento macroniano, di cui è ormai il segretario generale.

Nel Governo, ovviamente, trova posto anche François Bayrou, 65 anni, in Francia il centrista per eccellenza. Diventa responsabile del dicastero della Giustizia. Cattolico, laureato in lettere classiche, grande cultura umanistica, era già stato ministro solo una volta, ma dell’Educazione, fra il 1993 e il ’97, in governi di destra. Durante la campagna per il primo turno delle ultime presidenziali, ha accettato di appoggiare Macron e gli avrebbe permesso di piazzarsi primo, perché Bayrou, ancora oggi, ha un seguito minoritario, ma fedele. E dal partito di Bayrou, il MoDem, proviene anche la nuova ministra della Difesa, Sylvie Goulard, 52 anni. Marsigliese ed europeista convinta, è stata consigliera di Romano Prodi, quando era presidente della Commissione europea. Parla perfettamente inglese, italiano e tedesco.

 Una delle rare «prede» a destra è invece rappresentata da Bruno Le Maire, il neoministro dell’Economia. 48 anni, laureato in lettere alla Normale e anche all’Ena, questo ex diplomatico e alto funzionario pubblico, è stato a lungo vicino a Dominique de Villepin, esponente di una destra riformista in Francia. Le Maire è già stato ministro dell’Agricoltura con Nicolas Sarkozy. Aveva partecipato alla fine del 2016 alle primarie del centro-destra, ma ricevendo alla fine appena il 2,4% dei voti.

Veniamo ai rappresentanti della società civile. Qui spicca Nicolas Hulot, il nuovo ministro dell’Ecologia (la Transizione ecologica, così si chiamerà il dicastero sotto Macron). 62 anni, è stato giornalista e animatore televisivo notissimo in Francia, per la trasmissione sull’ambiente Ushuaia (su Tf1), che lo vedeva coinvolto in avventurosi viaggi in tutto il mondo. In seguito è diventato uno dei paladini dell’ecologia in Francia, molto popolare, anche se guardato con diffidenza dai Verdi (che lo considerano troppo consensuale). Poi, ministra della Cultura sarà Françoise Nyssen, 65 anni, che ha fatto la fortuna della casa editrice Actes Sud, mentre alla Sanità è stata nominata Agnès Buzyn, 54 anni, medico e grande specialista di ematologia e di trapianti del midollo spinale, con alle spalle una lunga esperienza negli ospedali pubblici.

fonte: LASTAMPA.it

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