I segreti di Osage County // John Wells

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I segreti di Osage County, si presenta fin da subito per quello che è: un dramma familiare. Questo, allo spettatore è chiaro fin da subito; quello che però lo spettatore non sa è come e quando il film esploderà, lasciandolo a bocca aperta.

I segreti di Osage County, film del 2013, arrivato agli Oscar 2014 grazie alle ottime interpretazioni di Julia Roberts e Meryl Streep, è uno di quei film da recuperare assolutamente se amate gli adattamenti cinematografici di pièce teatrali. Vi spieghiamo perché.

La storia

Osage County, Oklahoma. In un agosto torrido la famiglia Weston si riunisce attorno alla madre malata, Violet (Meryl Streep); suo marito, Beverly, è sparito nel nulla senza dare troppe spiegazioni. Non è la prima volta che Beverly sparisce senza lasciare tracce, ma questa volta Violet sente che c’è qualcosa di diverso e fa in modo di avere accanto a sé oltre a Ivy (Julianne Nicholson) anche la prima figlia, Barbara (Julia Roberts). Una volta a casa sarà proprio Barb a dover riconoscere il cadavere del padre morto in circostanze sospette, e a dover richiamare al “nido” anche l’ultima delle sorelle, l’esuberante Karen (Juliette Lewis).

Da qui il film entra in un vortice di rivelazioni shock e rancori mai sopiti che la famiglia Weston affronterà con una violenza verbale inaudita.

Agosto: Osage County

È d’obbligo fare una precisazione; il film, nella sua versione originale, ha come titolo August: Osage County. In Italia è stato trasformato in “I segreti di”, anticipando in parte la trama stessa del film che si regge proprio sui dolorosi segreti che le donne della famiglia Weston si sono occultate per anni. Ma quell’August, agosto, è fondamentale nella costruzione stessa del film. Grazie ad una buona (ma non eccelsa) regia di John Wells anche noi percepiamo il caldo opprimente di questo agosto, che rende Osage County ancora più insopportabile agli occhi delle tre sorelle Weston. Una terra arida, opprimente, dall’orizzonte piatto e senza futuro, che ha inevitabilmente segnato la vita di tutti i protagonisti.

Come in ogni buona pellicola “teatrale” che si rispetti anche ne I segreti di Osage County l’azione si svolge quasi tutta in un ambiente, la sala da pranzo di casa Weston. Ed è proprio quando tutta la famiglia è riunita intorno al tavolo da pranzo per commemorare il patriarca scomparso che la pellicola raggiunge il livello di massima tensione e tutti, protagonisti e comprimari, ci regalano un’interpretazione corale perfetta.

Il cast

Meryl Streep, anche questa volta, giganteggia, tanto che grazie al ruolo della meschina e patetica Violet si è guadagnata una delle sue venti candidature all’Oscar come Miglior Attrice Protagonista, nel 2014. Eppure a stupire davvero non è la Streep, ma la Roberts. Il personaggio di Barb ha dato modo alla Roberts di ribadire (se non fosse stato chiaro con Erin Brockovich) che è una grande interprete, capace di dare vita a personaggi molto più sfaccettati della classica “fidanzatina” d’America, proprio come Barb. È Barb che prende in mano le redini della situazione dopo la morte del padre; è Barb che cerca con tutti i metodi che ha disposizione di salvare la madre da un’addizione pericolosa ai farmaci; è sempre lei che cerca di proteggere le sorelle dai segreti più sconvolgenti, anche se non sempre con metodi ortodossi. Il tutto mentre il suo matrimonio e la sua vita vanno in frantumi.

Se, come dicevamo, Well non eccelle alla regia è solo perché, oggettivamente, con una sceneggiatura così potente il grosso del lavoro lo fanno gli attori. Non deve essere stato difficile dirigere un cast del genere, che vede tra le sue file oltre alle due ottime protagoniste, nomi noti come Ewan McGregor, Benedict Cumberbacth, Juliette Lewis e Margo Martindale. Proprio alla Martindale spetta uno dei ruoli più importanti, quello della sorella di Violet, Mattie Fae, custode di uno dei segreti più strazianti, che una volta rivelato cambiarà per sempre la vita di una delle sorelle Weston.

Sceneggiatura da Pulitzer

Durante la visione de I segreti di Osage County si resta per ben due ore con il fiato sospeso, senza annoiarsi neppure un attimo, aspettando da un momento all’altro una nuova rivelazione che manderà a pezzi l’equilibrio precario e forzato che la famiglia Wenston sta cercando di mantenere.

Riuscire a mantenere così alto il livello di attenzione, per un film che è composto praticamente solo da dialoghi, seppure pungenti e brillanti, è un merito che va tutto allo sceneggiatore, Tracy Letts, autore della stessa opera teatrale da cui è tratto Osage County e con cui ha vinto il Premio Pulitzer nel 2008.

A I segreti di Osage County devono molto altre due ottime pellicole come 7 años o È solo la fine del mondo.

Nancy Aiello

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