Gentiloni: “Abbasseremo ulteriormente le tasse sul lavoro”

Ospite di “Domenica In” il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stato intervistato da Pippo Baudo e ha spiegato la nascita del suo governo e i progetti per i prossimi mesi. «La scadenza del governo è la fine della legislatura» ha precisato aggiungendo che «il governo non fa miracoli» ma «le cose fatte in questi anni ci hanno rimesso in carreggiata».

MENO TASSE SUL LAVORO

Parlando del mondo del lavoro e dei giovani: «Sono due cose che vanno insieme e a questo ci aggiungiamo il Mezzogiorno. Abbiamo fatto cose importanti sul piano del mercato del lavoro e questo ci ha consentito di avere settecentomila posti stabili, e non sono pochi. Io ricordo campagne elettorali in cui si prometteva un milione di posti di lavoro; noi ne abbiamo fatti 700 mila senza clamori, ma la disoccupazione giovanile è ancora alta, quello che manca è la capacità di far crescere ad un ritmo diverso la nostra economia». E ancora: «L’obiettivo del prossimo documento di economia e finanza è un ulteriore abbassamento delle tasse sul lavoro, dobbiamo rendere gli investimenti sul lavoro più vantaggiosi».

LE INIZIATIVE PER IL SUD

«La crescita italiana può crescere se cresce al Sud, è elementare, dove ci sono margini si possono ottenere grandi risultati. Non vogliamo rifare la Cassa del Mezzogiorno, ma servono iniziative speciali per il Sud. Lo aveva capito alla grande Carlo Azeglio Ciampi. La questione meridionale è una grandissima opportunità per lo sviluppo di questo Paese».

LE PROSSIME RIFORME  

«Abbiamo fatto un esecutivo in 48 ore, con il fiatone, grazie alla regia del presidente della Repubblica, e in grande continuità con il precedente, come era giusto. Ora il governo deve darsi un passo di riforme strutturali» su temi come «lavoro, Sud» e su «alcune riforme rimaste un po’ nei cassetti: la riforma del processo penale, il ddl sulla concorrenza, e poi dobbiamo affrontare il tema della legge sulla povertà e spero in buone notizie già nella prossima settimana».

L’EMERGENZA MIGRANTI  

«Lo sforzo che abbiamo fatto è quello di rendere un po’ più fluida la collaborazione tra le autorità centrali e gli enti locali perché noi ci dobbiamo rendere conto di una realtà: non lo cancelli con un improvviso colpo di bacchetta magica il flusso migratorio, lo puoi gestire e ridurre i numeri e l’illegalità quindi ma difficilmente si fa scomparire. Quindi si devono ridurre i numeri» ha spiegato. «Io non riesco ad accettare che l’Ue sia rigidissima su alcune cose, le famose virgole del bilancio o l’austerità, e invece consenta ad alcuni Paesi di non attuare le decisioni che ha preso sui migranti». Al vertice del 25 marzo, conferma il premier, al centro ci saranno due cose: «che l’Europa deve aiutare la crescita e non deprimerla e che sui migranti ognuno deve fare la sua parte».

fonte: LASTAMPA.it

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