7, gli anni di prigione che rischiano, 5 gli unici personaggi in scena, 1 l’ambiente per tutta la durata del film. Stiamo parlando di 7 Años, una produzione di Netflix España, presente anche sulla versione italiana della piattaforma.
7 Años, diretta dallo spagnolo Roger Gual, praticamente uno sconosciuto in Italia, è una pellicola dall’impronta teatrale, di impatto e ben costruita. Pur non volendo assolutamente fare spoiler di nessun genere è essenziale ai fini della recensione raccontarvi per grandi linee il plot.
LA STORIA
Marcel (Alex Brendemühl), Luis (Paco León) e Carlos (Juan Pablo Raba) si incontrano nel loro ufficio, aspettano Vero (Juana Acosta). I quattro, amici di vecchia data e soci in affari, sono visibilmente nervosi, e la telefonata ricevuta da Marcel conferma i timori: il fisco si è messo sulle loro tracce. Effettivamente i quattro hanno commesso diverse irregolarità e l’unico sistema che hanno per salvare l’azienda è che uno di loro si addossi la colpa della frode. La pena? Setti anni di prigione; in cambio l’azienda, e gli altri tre soci, saranno salvi.
Come prevedibile nessuno dei soci è disposto ad una cosa del genere, e apparentemente non sono neppure pronti a mandarsi in prigione tra loro. Come scegliere chi sconterà la pena, su che basi? Qui entra in gioco José Veiga (Manuel Morón), un mediatore aziendale. Veiga avrà l’arduo compito di far uscire fuori un nome, colui che pagherà le colpe di tutti, che si immolerà per l’azienda.
7 AÑOS
Quanto valgono setti anni? 15, 20, o forse 30 milioni? Quanto vale un’amicizia decennale davanti al mors tua vita mea? Veiga li fa ragionare, analizza la situazione nel profondo, usando metafore ed esempi semplici fino al punto di far finire i 4 soci in un vortice di rancori, non detti, amarezze e accuse impensabili. Devono fare un nome, e devono farlo in fretta.
Senza mai uscire dalla stanza dove ci troviamo fin da inizio film, il direttore porta 7 Años ad alti picchi di drammaticità, mantenendo alto il livello di attenzione per tutta la durata della pellicola. Lo spettatore, confessione dopo confessione, non sa cosa aspettarsi, e vive con intensità e ansia tutta la discussione tra i quattro (ex?) amici. Gual ci fa sedere accanto al mediatore, ma a differenza di Veiga noi possiamo fare una scelta, noi possiamo giudicare, ed è inevitabile schierarsi con qualcuno…
IL CAST E GLI ELEMENTI CHIAVE
Essendo girato tutto intorno ad un tavolo appare evidente come la chiave di 7 Años non siano né la fotografia né il montaggio. Tutto ruota intorno agli attori ed ad una buona sceneggiatura, con colpo di scena finale. Tutte buone le interpretazioni, con un plauso speciale a Juana Acosta e a Paco León, forse il migliore tra i 5, merito anche di un personaggio, quello di Luis, davvero ben costruito.
Molti hanno già definito 7 Años come il Perfetti Sconosciuti spagnolo, ma le due storie sono decisamente diverse. Paragonabili per ambientazione e struttura, va riconosciuto a Gual il merito di aver creato un livello di tensione molto più alto. Se proprio vogliamo fare un paragone qui siamo molto più vicini al bellissimo I segreti di Osage Country.
Un consiglio: cercate di vederlo in lingua originale, con il doppiaggio italiani purtroppo perde molto, ma su Netflix sono presenti i sottotitoli in italiano.
Ancora una volta gli spagnoli stupiscono e convincono, anche con una piccola produzione come questa.
Nancy Aiello
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