Una veduta panoramica della Cripta di San Magno nella cattedrale di Anagni, più volte indicata come la “Cappella Sistina del Medioevo”. Fu edificata insieme alla cattedrale tra il 1068 e il 1104, per volere del vescovo Pietro da Salerno, ma decorata solo a partire dal 1237 per ordine del vescovo Pandolfo, che volle dare un’impronta gotica a questo complesso costruito in stile romanico-lombardo (photo credits: livefiuggi.com).
Era da un po’ di tempo che non mi occupavo di arte medievale, probabilmente perché non ci sono state occasioni rilevanti per raccontarla. Nutro anche un altro sospetto riguardo questa mancanza: di solito l’arte medievale non ottiene grande attenzione per un retaggio culturale ottocentesco che ancora ci condiziona. Rispetto ai traguardi raggiunti nei secoli a essa successivi, l’arte medievale viene percepita come “rozza” ed ermetica. Effettivamente per una sua comprensione completa bisognerebbe avere un consistente bagaglio di conoscenze storiche, iconografiche e simboliche che stiamo sostanzialmente perdendo. E i racconti, spesso di episodi legati alla sfera religiosa, non godono più di quello stupore che coglieva gli osservatori di diversi secoli fa.
Eppure fermarsi a queste considerazioni equivale a rimanere sulla superficie e non calarsi in un mondo affascinante, colto, in cui la realtà si astrae per trasportarci in una dimensione diversa, più spirituale.
Non è facile trovare testimonianze artistiche che ci siano pervenute intatte, soprattutto se si parla di affreschi. I grandi cicli pittorici che impiegavano tutte le pareti di un ambiente (spesso sacro) hanno dovuto lasciare il passo alle variazioni di gusto durante i successivi secoli, quando nuovi personaggi e linguaggi pittorici venivano ritenuti più idonei e le vecchie pitture coperte da nuovi apparati decorativi.
Ma quando ci si imbatte in uno dei cicli meglio conservati dell’arte medievale, custodito nella Cripta di San Magno nella cattedrale di Anagni, subito si viene colti da un senso di vertigine.

Un’altra immagine della Cripta di San Magno. Da notare la grande fantasia decorativa negli archi, dove non si riconosce una fascia pittorica uguale all’altra (photo credits: artesiaroma.it).
Parliamo di numeri: su una superficie complessiva di 540 mq che interessa anche le volte si dispiegano diverse narrazioni, che spaziano da episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento nelle ventuno volte (che vogliono veicolare il messaggio della salvezza dell’Uomo) e un raro ciclo sulla creazione dei quattro elementi, dell’universo e dell’uomo secondo le dottrine filosofiche e scientifiche greche; sulle pareti invece, si avvicendano le storie e i miracoli di San Magno e degli altri santi sepolti negli altari o di cui sono conservate le reliquie.

Anagni, Cripta di San Magno, volta con rappresentata la Nascita dell’Uomo, circondato dai Quattro Elementi così come venivano indicati da Ippocrate di Coo (photo credits: livefiuggi.com).
Per poter portare a termine questa enorme impresa decorativa (caratterizzata da colori vividi e dalla presenza di nuove soluzioni compositive) vennero impiegate, a partire dal 1237, tre botteghe diverse, indicate in base allo stile dei loro maestri: il Maestro delle Traslazioni, il Maestro Ornatista e il Terzo Maestro di Anagni, cui recentemente è stata ricondotta la decorazione di un altro grande, magnifico ciclo pittorico, giunto mutilo, quello dell’Aula Gotica nella chiesa dei Santi Quattro Coronati a Roma compiuto attorno il quarto decennio del XIII secolo.
La preziosità del ciclo pittorico viene amplificata dal pavimento a mosaico eseguito dai maestri Cosmati provenienti da Roma. La particolarità del tappeto musivo della cripta è che si è conservato originale in tutte le sue parti, al contrario di quello eseguito per la sovrastante cattedrale pochi anni prima (1224-27) e che ha dovuto subire alcune reintegrazioni.

Il bellissimo pavimento cosmatesco conservato nella Cripta di San Magno, qui colto nella composizione denominata “quincux” (photo credits: tesoridellazio.it).
Il prossimo 29 dicembre nella Cattedrale si terrà una celebrazione liturgica in memoria di San Thomas Becket, arcivescovo inglese che proprio in questa data, nel 1170, fu assassinato (probabilmente su ordine di re Enrico II) nella cattedrale di Canterbury mentre officiava un rito. L’incresciosa vicenda aiutò a sviluppare diffusamente un culto sulla figura dell’arcivescovo, e papa Alessandro III, dopo soli due anni dall’assassinio, decise di definirlo “martire della Chiesa” e canonizzarlo nel 1173.
Anagni in qualità di “Città dei Papi” (perché diede i natali a quattro dei papi che si succedettero durante il XIII secolo) e quindi interprete, attraverso i suoi monumenti, delle vicende di questo periodo storico, è una delle poche cittadine italiane che racconta in quale modo questo evento fosse stato particolarmente sentito dalla comunità cattolica di allora. A Thomas Becket fu intitolato l’oratorio (posto accanto alla cripta), che sfrutta l’ambiente di un antico mitreo romano e che fu completamente affrescato alla fine del XII secolo, sicuramente dopo la sua canonizzazione. Lo stato conservativo degli affreschi non è dei migliori, ma si riconoscono scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento, un Giudizio Universale ed episodi della vita del santo titolare.

Anagni, Oratorio di San Thomas Becket, fine XII secolo (photo credits: artesiaroma.it).
In più, nel Museo del Tesoro della Cattedrale viene conservato un meraviglioso cofanetto reliquiario, esempio della migliore oreficeria francese medievale (in cui l’oro viene esaltato dal blu degli smalti di Limoges), sul quale viene raccontata l’uccisione del santo.
Quest’anno ci sarà un’ulteriore testimonianza del legame della città ernica con il santo inglese: il ritorno, dopo un lungo restauro, dell’Icona della Vergine, tavola dipinta da Lello da Orvieto nel 1325. Durante il suo restauro, è stato rintracciato uno spazio cavo che doveva ospitare le reliquie di Thomas Becket.
Per l’occasione, sono previste delle visite guidate che punteranno l’attenzione proprio su questa storia e, in serata, si terrà un concerto di musica barocca in onore di Thomas Becket.
I dettagli di questa iniziativa potete trovarli qui:
https://www.facebook.com/events/341206439578221/
Se vi trovaste a visitare Anagni in altri periodi dell’anno, tenete d’occhio le iniziative promosse sul sito della Cattedrale:
http://www.cattedraledianagni.it
Lasciatevi conquistare da questo bel video promosso dalla Regione Lazio per far conoscere tesori del territorio che possono risultare immeritatamente poco famosi:
Pamela D’Andrea