Bob Dylan non c’è ma il Teatro dei Nobel gli dedica una standing ovation. E Patti Smith piange

Un premio senza premiato. Ma non per questo meno emozionante. Per il Nobel per la Letteratura Bob Dylan tutta la Sala dei concerti Konserthus di Stoccolma si è alzata in piedi per un lungo applauso, e il cantautore americano ha ricevuto una valanga di elogi nel discorso di Horace Engdahl, membro dell’Accademia di Stoccolma. «All’improvviso tutta la poesia del mondo è sembrata anemica, mentre le parole delle canzoni che i suoi colleghi continuavano a scrivere sembravano vecchia polvere da sparo dopo l’invenzione della dinamite» ha detto Engdahl, osservando che a quel punto la gente «aveva smesso di paragonare Dylan a Woody Guthrie e Hank Williams evocando invece Blake, Rimbaud, Walt Whitman, Shakespeare». L’accademico ha poi paragonato Dylan a «l’Oracolo di Delfi che legge il tg della sera».

Dopo il discorso di Engdahl, Patti Smith è salita sul palco per cantare It’s a Hard Rain, capolavoro di Dylan scritto nel 1962 da lei scelto «perché combina la sua maestria di linguaggio alla Rimbaud con una profonda comprensione delle motivazioni che stanno dietro la sofferenza e la resilienza umana». Dopo la prima strofa, la cantante americana si è interrotta, emozionatissima: «Scusate, sono nervosa. Posso ricominciare?».

Il Nobel per la Pace Juan Manuel Santos

C’è una guerra in meno nel mondo, ed è quella della Colombia». A Oslo è stata consegnato il Nobel per la Pace a al presidente della Colombia Juan Manuel Santos, che lo ha definito «un regalo caduto dal cielo» che dimostra che «l’impossibile è possibile». Santos ha paragonato il Nobel, ricevuto quattro giorni dopo il no al referendum sul’accordo di pace con le Farc, come «il vento in poppa che ci ha spinti ad arrivare alla nostra destinazione: il porto della pace».

fonte: LASTAMPA.it

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