IL REGALO PER BERLUSCONI

Nei giorni in cui l’ex cavaliere Silvio Berlusconi compie 80 anni, il premier Matteo Renzi annuncia che è disponibile a riaprire il cantiere per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina, progetto finora messo da parte che dovrebbe collegare la costa calabra a quella siciliana. Sicuramente è un caso e una coincidenza, anche se fa sorridere pensare che possa trattarsi di una specie di regalo di compleanno fatto all’ex Presidente del Consiglio, dal suo “erede ufficioso”. Ciò su cui non c’è dubbio è che l’idea del Ponte è stata ciò che più ha contribuito a creare uno spartiacque tra i governi di centrodestra e quelli di centrosinistra degli ultimi 15 anni.

Nel 2001 il secondo governo di Silvio Berlusconi lo mette tra le principali opere strategiche da realizzare. Pochi mesi prima della fine della legislatura si procede alla gara e mentre i sondaggi danno già vincente il centrosinistra contrario al ponte, viene firmato il contratto di realizzazione dell’opera. Nel 2006 il governo Prodi chiude il capitolo destinando i finanziamenti statali ad altri indirizzi. Nel 2008 a Palazzo Chigi ritorna di nuovo Berlusconi e riapre il progetto. Dopo alcuni anni, al suo posto c’è Mario Monti che si occupa di chiudere definitivamente la pratica il 15 aprile 2013, firmando il decreto di liquidazione della Stretto di Messina spa.

I motivi per dire NO al ponte sono molteplici e, come ricordano anche il FAI e Legambiente , riguardano anche l’aspetto tecnico ed economico, oltre che quello ambientale. Realizzare un’opera di questo tipo in una delle zone a più alto rischio sismico del Mediterraneo non è saggio. Economicamente ha un costo stimato di circa 8,5 miliardi di euro, eccessivo ed ingiustificato dato che la gara di appalto è stata vinta per la metà dell’importo. Va inoltre ad incidere con colate profonde e considerevoli di materiale edile su un’ampia area tutelata e protetta anche a livello comunitario, quale la Costa Viola calabrese e l’Area Marina dello Stretto.

Infine, un’opinione strettamente personale, volete mettere il bello di prendere una nave, seppur piccola e commerciale, per sbarcare su un’isola come appunto è la Sicilia piuttosto che arrivarci senza neanche scendere dalla macchina? Personalmente da turista l’ho apprezzato molto. Per quanto riguarda, invece, le rotte commerciali e lavorative, credo che sarebbe sufficiente potenziare e rendere più efficiente il servizio ferroviario della zona adeguandolo semplicemente agli standard europei.

Sembra non sia passato molto da quando lo stesso Renzi dichiarava: “Continuano a parlare dello Stretto di Messina, ma io ritengo che gli otto miliardi a disposizione per questa opera dovrebbero essere dirottati sulla scuola pubblica per la realizzazione di nuovi edifici e per rendere più moderne e sicure le nostre scuole“, esattamente quattro anni fa.

Diciamo che il premier ci piace di più quando parla di mettere in sicurezza le infrastrutture già esistenti, come nel caso del progetto Casa Italia, dove a fronte del recente terremoto di Amatrice e dei precedenti de L’Aquila, l’Umbria e gli altri, ha così sottolineato la necessità di investire per la messa in sicurezza del territorio nazionale: “In Casa Italia immagino di inserire non solo i provvedimenti per l’adeguamento antisismico ma anche gli investimenti che stiamo facendo e che continueremo a fare sulle scuole, sulle periferie, sul dissesto idrogeologico, sulle bonifiche e sui depuratori, sulle strade e sulle ferrovie, sulle dighe, sulle case popolari, sugli impianti sportivi e la banda larga, sull’efficientamento energetico, sulle manutenzioni, sui beni culturali e sui simboli della nostra comunità“.

Non è necessario ricordare l’ultima strage dei treni in Puglia, causata da un tratto ferroviario non adeguato agli standard di sicurezza moderni , per capire che i fondi per i finanziamenti dei progetti per le grandi opere non sono infiniti, a fronte anche delle recenti stime sul PIL che decreteranno sicuramente una minore entrata a disposizione dell’erario. È bene individuare tempi e priorità e lasciare, a mio modesto parere, nettamente da parte l’idea del Ponte di berlusconiana e insostenibile memoria.

Filippo Piccini

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