Stati Uniti e Russia hanno raggiunto l’accordo per una tregua in Siria. Lo hanno annunciato i due ministri degli Esteri, John Kerry e Sergey Lavrov, dopo una lunga giornata di trattative a Ginevra. Lo scopo immediato dell’intesa è fermare i combattimenti in tutto il paese, ma secondo il segretario di Stato americano potrebbe rappresentare «un punto di svolta per l’intero conflitto», perché prevede anche dei meccanismi per la soluzione politica della guerra civile. L’accordo prevede un cessate il fuoco che dovrebbe cominciare con il tramonto di lunedì, coincidendo con la festa musulmana di Eid al Adha. Le forze governative dunque dovrebbero sospendere le operazioni e i bombardamenti, in particolare quelli che negli ultimi mesi hanno dilaniato la città di Aleppo, uccidendo almeno 700 civili tra cui 160 bambini.
L’accordo di cessate il fuoco è stato accettato anche da Damasco. Lo riferisce l’agenzia ufficiale Sana con una scritta «urgente», precisando inoltre che l’intesa tra Usa e Russia «è stata raggiunta con l’approvazione del governo siriano».
Gli scambi di informazioni
Se la tregua reggerà, americani e russi cominceranno ad avviare una collaborazione militare e di intelligence, scambiandosi informazioni su come combattere i terroristi. Sul piano politico, Mosca dovrà garantire che il regime di Assad rispetti i termini dell’intesa e fermi i combattimenti, mentre Washington dovrà separare le forze dei ribelli laici e moderati dai gruppi come al Nusra e l’Isis. Una volta realizzati tutti questi punti, americani e russi potrebbero coordinare le loro azioni per sconfiggere e scacciare dalla Siria i terroristi, con l’aiuto congiunto delle forze governative e dei ribelli laici. L’accordo, in questo modo, darebbe una nuova spinta alla mediazione diplomatica condotta dall’inviato dell’Onu, Staffan de Mistura, per trovare poi una soluzione politica di lungo termine al conflitto.
L’ipotesi di una federazione
Gli Stati Uniti vogliono sempre che Assad passi la mano, ma su questo la Russia non concorda, o quanto meno vuole garanzie sulla tutela dei propri interessi. Una ipotesi che viene considerata dietro le quinte è mantenere formalmente unita la Siria sotto un’amministrazione federale, ma poi dividerla nei fatti, assegnando alle varie fazioni il controllo dei loro territori su basi etniche e religiose, escludendo i terroristi. Questo accordo era stato discusso dagli stessi presidenti Obama e Putin, quando si erano incontrati a margine del vertice dei G20 in Cina, ma allora non era stato possibile concluderlo. Anche ieri le trattative sono andate molto per le lunghe, soprattutto per le resistenze venute dal Pentagono e dall’intelligence americana, che non vuole condividere le sue informazioni con i russi e legittimare la loro presenza in Siria.
Pizza e vodka
Un altro elemento fondamentale era che la tregua doveva riguardare tutto il territorio nazionale, e non congelare solo lo status quo dei combattimenti in alcune città. Ad un certo punto della serata Lavrov ha offerto pizza e vodka ai giornalisti, «la prima viene dalla delegazione americana e la seconda dalla nostra», in attesa che Washington desse il via libera definitivo all’annuncio dell’intesa. La speranza ora è che l’accordo funzioni, venga applicato e apra la porta ad una soluzione politica del conflitto, ma in passato simili operazioni erano già fallite.
fonte: LASTAMPA.it