Partito da Bologna
(18 Febbario, per mostrare quali aziende sono già andate verso il cambiamento),
(23 Febbraio con Webinair: dimostrando il modo in cui le persone possono utilizzare Gmail, Documenti, Drive e Hangouts ogni giorno per incontrarsi, collaborare ed essere più produttivi in meno tempo).
Arrivato a Milano
(25 Febbraio, per mostrare come vengono conservati i dati in modo sicuro), il roadshow dedicato all’innovazione del mondo del lavoro.
Cosa porta al cambiamento?
- Persone e
- Tecnologia
Secondo l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano nel 2015
- il 17% delle grandi imprese ha introdotto progetti strutturati di Smart Working (8% registrato nel 2014)
L’adozione di modelli di lavoro Smart può:
- aumentare la produttività delle aziende
- ridurre i costi fissi.
Gli strumenti tecnologici più usati per abilitare queste iniziative sono:
- device mobili
- sistemi di social collaboration, ma è necessario che questi vengano accompagnati da particolari attività che vadano a ripensare nel profondo la cultura aziendale e i modelli organizzativi.
I progetti e le idee finora seguite sono tante. Tra i tanti ho osservato un progetto pilota applicato da un’azienda che si occupa di assicurazioni.
Per ora si tratterà di un periodo di 6 mesi. E’ interessante analizzare la posizione del lavoratore dipendente, presente ogni giorno al lavoro e quella del dipendete che ha la possibilità di lavorare da casa qualche giorno al mese; in media 1 giorno a settimana.
Come si prepara una linea guida da tenere presente per rendere il più efficace possibile questo sistema di lavoro.
- L’azienda è realmente intenzionata a ripensare la propria cultura aziendale e i modelli organizzativi?
Per Smart Working si intende lo svolgimento della prestazione lavorativa in luogo diverso dalla sede di lavoro, avvalendosi degli strumenti informatici messi a disposizione dalla Azienda stessa.
Gli strumenti devono essere idonei e devono consentire lo svolgimento della prestazione e l’interazione con i responsabili, i colleghi, i clienti interne ed esterni.
L’accesso allo Smart Working non varia in nessun modo gli obblighi e i doveri del lavoratore, così come i diritti riconosciuti dalle norme tempo per tempo vigenti.
Lo svolgimento dell’attività lavorativa al di fuori della sede di lavoro non costituisce una variazione della stessa, così come non incide sull’orario di lavoro stabilito dal contratto, non modifica il potere disciplinare e direttivo del datore di lavoro.
Lo Smart Working non coincide con il Telelavoro, né tantomeno ne integra la fattispecie sotto il profilo normativo.
- Per quanto tempo intende applicare questa metodologia?
- Sono state definite le figure professionali coinvolte?
Possono accedere i dipendenti assunti a tempo indeterminato (sia full-time che part-time), il cui ruolo e le relative mansioni non risultino incompatibili con lo svolgimento dell’attività lavorativa al di fuori della sede di lavoro.
Tra i parametri da considerare, si potrebbero prendere in esame:
- Maggiore distanza in Km abitazione – lavoro
- Presenza di figli in età scolare
- A parità di funzione di coordinamento, scegliere chi ha meno risorse da coordinare
- Dipendente più anziano
- Giornate e regole di pianificazione.
Per esempio la fruizione di 3 giornate al mese, non consecutive dal lunedì al venerdì. Non pianificate nella stessa settimana.
- Strumenti messi a disposizione.
L’Azienda mette a disposizione un Personal Computer portatile, un sistema di connessione USB 4G, un token e almeno un dispositivo mobile aziendale sul quale deviare le chiamate dalla postazione fissa aziendale.
- L’orario di lavoro è quello previsto dal contratto di riferimento;
non è possibile effettuare lavoro straordinario durante la giornata di lavoro agile;
non si precedono o seguono giorni di ferie;
si ha diretto al buon pasto, come per una giornata di presenza fisica in azienda.
- E’ importante seguire un monitoraggio, in modo da far emergere aree da migliorare, fasi critiche, strumenti mal funzionanti.
- Lo Smart Working va svolto nel rispetto delle disposizioni contenute nel Codice di Condotta, nel Codice di comportamento per l’uso del computer e delle informazioni, della gestione dei dati e le linee guida per l’utilizzo dei social media.
Il collaboratore è consapevole che lo Smart Working comporta lo svolgimento della prestazione lavorativa al di fuori della sede preposta, si trova quindi in condizioni che sono potenzialmente più esposte al rischio correlato alla compromissione della confidenzialità e della riservatezza dei dati aziendali.
E’ tenuto a custodire con diligenza e massima riservatezza tutte le informazioni aziendali ricevute.
Volendo tenere presente questa breve linea guida e in attesa di una normativa che definisca la meglio lo Smart Working, si può solo ben sperare: più produttività, meno costi fissi, meno inquinamento, meno stress.
Sabrina Mattia