Ammetto che parlare male di qualcosa che è molto popolare, come il calcio, possa essere controproducente. Premesso che la libertà di dire ciò che realmente si pensa non ha prezzo, credo che si possa correre il rischio di farlo anche in piena domenica di campionato!
Alcuni motivi per cui il calcio nuoce gravemente alla salute:
- Ho notato che tra anticipi, posticipi, coppe, leghe e saltuarie partite rinviate, non esiste quasi mai un giorno della settimana in cui staccare dal calcio. L’alienazione è totale, non si pensa ad altro e non si ha neanche interesse a farlo una volta che si è dentro al “meccanismo del tifoso”.
- I calciatori sono ragazzi principalmente poco più che ventenni, con una media che si attesta tra i 25 e i 28 anni. Le loro dichiarazioni, i loro comportamenti dentro e fuori dal campo influenzano chi li segue e li prende magari come esempio; sia i loro coetanei che le persone anche molto più grandi che in questo modo rischiano di rimanere eterni immaturi.
- Tutto ciò che ruota intorno alle scommesse sulle partite serve a rinsaldare ancora di più il meccanismo alienazione-dipendenza che crea questo sport, creando un vero e proprio problema sociale (e prima ancora personale) che è quello della dipendenza dal gioco d’azzardo.
- Il senso di appartenenza ad una squadra di calcio è qualcosa di artificiale. Non sempre si sceglie la tifoseria a seconda di dove si è nati. Questo evidenzia come il tifare per una squadra non è altro che una convenzione, priva di qualsiasi legame realmente tradizionale e culturale.
- Altro aspetto, il calcio è uno sport estremamente competitivo dove il fair play (a differenza di altri sport come il rugby) non è usualmente contemplato. Questo inculca nella mentalità dei tifosi e degli appassionati in generale un approccio molto aggressivo e poco collaborativo, che tende a giustificare atteggiamenti non sempre corretti, come se fossero una qualitá da avere piuttosto che dei mezzucci da deprecare.
- Immaginate il tempo in più che ognuno avrebbe se non si seguissero più partite, commenti, discussioni (online o con gli amici, a lavoro o nel tempo libero) per sé e per gli altri.
Proprio per questo credo che l’approccio da adottare nei confronti di questo sport e di tutto il mondo che ci gira intorno sia lo stesso che si adotta nei confronti dei fumatori di sigarette. Li si dissuade dal maturare una dipendenza.
Bisognerebbe poi smettere di pensare che se da ragazzini si gioca a calcio si sta facendo un qualcosa di sano e di giusto. Se si considera il livello di bassezza culturale, intolleranza e violenza che sono presenti in questo sport, nonché il frequente rischio di infortuni che si corre anche soltanto giocando partite amatoriali (il famoso “calcetto con gli amici”) non si può che ritenere una scelta malsana quella di appassionarsi a questo sport. Conosco dei genitori, ad esempio, che portano i propri figli a dei corsi di yoga, di circomotricità o anche di un più semplice nuoto, offrendo loro delle valide alternative al calcio.
Nel mondo e nelle nostre società interconnesse ci sono una miriade di altre attività, informazioni e contesti a cui potersi interessare.
Soltanto facendo l’esempio del nostro blog, dove abbiamo numerose rubriche che trattano temi diversi, riusciamo a parlare di tutto tranne che (non a caso) di calcio.
Innovazione, eventi, cinema, scienza, musica, arte, libri, teatro, viaggi, fotografia. Queste sono soltanto alcune delle cose che i tifosi cronici potrebbero scoprire se magari da domani smettessero di seguire le partite di pallone e si interessassero ad altro.
Provare non costa nulla.
“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza” Dante Alighieri
Filippo Piccini