E’ di pochi giorni fa, la notizia del maltrattamento subito da Francesco Nuti (da dieci anni paralizzato e muto, costretto a vivere su una sedia a rotelle) per mano del suo badante. Questa impietosa vicenda, a cui è seguita immediata denuncia, ha messo nuovamente in risalto, la triste condizione dell’attore e regista toscano, ormai finito nel dimenticatoio della brillante commedia italiana anni ’80.
In occasione dell’uscita in sala dell’ultimo film di Carlo Verdone “L’abbiamo fatta grossa”, scatta in automatico una riflessione sullo stato comatoso, in cui versa da troppi anni il nostro cinema, dalla chiusura indiscriminata e fuori controllo di storiche sale cinematografiche, ai finti fenomeni di massa, che inducono (complici i media) a credere in una discutibile seconda giovinezza. Sembrano lontani i tempi in cui le opere di Carlo Verdone, Francesco Nuti, Massimo Troisi, Alessandro Benvenuti (solo per citarne alcuni), considerati vere punte di diamante della commedia, rappresentavano veri e propri eventi, l’entusiasmo che accompagnava le pellicole all’uscita in sala era di quello riservato alle grandi occasioni, questo perchè le loro storie non erano semplici artifici, dalla risata facile o peggio ancora numeri utili per gonfiare improbabili statistiche, ma perchè si rideva sì, ma molto spesso amaro.
Il nostro Carlo Verdone, è rimasto forse l’unico superstite dei ruggenti anni ’80, ma nonostante i tempi oscuri, Carletto ci prova sempre, e sa regalare al suo affezionatissimo pubblico ancora storie divertenti e dignitose. Il suo 25mo film non è certo un capolavoro, ma l’onestà del regista romano nel costruire attentamente, da autentico artigiano qual è, le sue intricate vicende è integra. Verdone, dall’alto della sua esperienza, sa bene che è meglio non competere con certi fenomeni di massa usa e getta, ecco perchè l’uscita dei suoi film da qualche tempo è posticipata dopo le feste natalizie.
Purtroppo i tempi son cambiati e non in meglio, ma per chi ama il vero cinema, un film di Verdone rappresenta sempre un ottimo motivo per pagare un biglietto ed entrare in sala. E di certo, non ha bisogno di qualche recensione in più, per convincere che il suo è e sarà sempre un cinema “un sacco bello”.
Laura Pozzi