La signora Pina der terzo piano se fa na cultura

La signora Pina der terzo piano viveva giorni di tormentata malinconia, capiva che doveva attraversare nuovi territori duri e ostili, percorsi minati di guerra tra il ghiaccio di occhi freddi e spietati, per raggiungere un volto nuovo, per non correre controvento bruciando i giorni rimasti. Insomma, ormai nun je bastava piu’ vedere “Le mie riflessioni interiori ” di Iva Zanicchi su Tele Stai con noi.

E cosi la sottile influenza della vicinanza de Johnny er filosofo cominciava a concretizzarsi, lei che conosceva a memoria tutta la discografia de Nino D’angelo, che cantava e ballava sotto la doccia solo e sempre “Quel ragazzo della curva b” cominciava in modo anomalo ad ascoltare i Velvet Underground, la trilogia berlinese di David Bowie, i Pink Floyd e se metteva a ride per l’eccitazione mentale a senti gli elicotteri, er vento de Meddle a palla anche se ascoltando The wall se pensava che stavano a litiga ar piano de sopra oppure annava a controlla’ se fosse entrato in casa er maniaco der pianterreno.

Se leggeva avidamente i manuali acquistati ar discount de come fasse na cultura rapida con alcuni titoli cult come:

“Ora sai tutto in una notte”

“La vera cultura in pillole”

“Intellettuali oggi: sapere tutto per non saper fare un cazzo”

“Come fare bella figura con discorsi intellettuali facendo la fila per due ore e mezzo alle poste con le amiche che fanno finta di capire”…

A Pina je piacevano i parassiti sociali travestiti da intellettuali usa e getta der Maurizio Costanzo show quelli che te spiegano in du parole la complessità della realtà, i segreti dell’amore e del sesso.

E a proposito de sesso solo Gigetto un ex shampista detto er principe dei morosi de Don Bosco le faceva ancora i complimenti in modo insistente; i vecchi corteggiatori erano tutti scomparsi, solo le amiche le dicevano “sei bellissima, stupenda, meravigliosa” in una sorta de club della solidarietà femminile, ma sotto sotto voleva senti er desiderio bruciante e animalesco dell’omo che “ha da puzzà”, quello che te fa capì che “te scrocchio de sesso sulla rampa dell’ascensore ancora prima de entra en casa”.

Ormai guardava con sospetto come una scimmietta nana dell’equatore ai tg, interpretava le notizie ar contrario, ascoltava che la crisi stava passando, che l’Italia era in crescita ma d’artronde ogni volta che se prenneva er bus sulla Togliatti je sembrava de anna’ in giro con la nazionale cestisti del Ghana, con un sacco de fruttaroli egiziani de quelli tutto a 0,99 e anche puttane con accento slavo in libera uscita che se annavano a informa’ alla Findomestic de come fasse paga’ dai clienti in difficoltà economica i pompini a rate. Mentre gli unici e pochi italiani erano ex tronisti di tv locali in causa con l’Inps e potenziali attentatori incazzatissimi alla sede Equitalia der prenestino.

Pina che in gioventu sognava di addormentarsi tra le rose in riva ai laghi o a farsi bagnare da leggeri movimenti delle onde del mare più caldo nel sud del mondo viveva questa realtà e le facevano compagnia i messaggi dell’amico Gino er poeta che se ne andava tra i boschi e i sentieri di Nemi a scavarsi dentro, ancora piu dentro per ritrovarsi bambino nel maggio della Roma degli anni 80. Ne percepiva ancora il calore, la luce del sole più accecante, le voci delle donne ai balconi. Si parlava ancora, le nonne e il profumo di ore di cucina accompagnavano le corse per ore dietro il pallone,si sudava felici ma la brezza accarezzava e asciugava tutto. Ora ha le ali nell’anima e sorvola sopra la città con la fantasia e si dice: nonostante tutto, che bella la vita!

 

Riccardo Di Coste

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