The Revenant // Alejandro Gonzàles Inarritu

Non è passato neppure un anno, da quando Alejandro Gonzàles Inarritu, ha trionfato (meritatamente) con il suo Birdman all’ultima edizione dei premi oscar, che lo ritroviamo nuovamente in corsa, con un film completamente diverso, ma altrettanto interessante.

Da una parte quindi il talentuoso regista messicano, che ha dimostrato più volte come la macchina da presa, rappresenti la sua seconda pelle, dall’altra il protagonista Leonardo Di Caprio, troppe volte ignorato dai membri dell’Academy, che questa volta dovranno faticare non poco a restare indifferenti alla sua performance più estrema e tra le più convincenti. Al centro della storia, il difficile e controverso rapporto tra uomo e natura, ma anche il rapporto tra uomo e uomo troppo spesso caratterizzato da egoismo e avidità.

La sopravvivenza cui si trova costretto Hugh Glass, non è semplicemente di carattere fisico, ma sopratutto di carattere morale. Forse è davvero più facile sopravvivere, ad una natura algida e ostile, piuttosto che al tradimento di un tuo simile, designato a proteggerti. E’ proprio quello che succede a Glass, che condannando a morte quasi certa due cuccioli di orso, si trova attaccato e ridotto in fin di vita, da chi protegge i suoi piccoli e il suo territorio da un invasore chiamato uomo che accecato dalla sua arroganza e presunta superiorità, non riesce a tracciare una linea di confine, che determini il giusto equilibrio per una convivenza pacifica con gli altri esseri della Terra.

Diciamo subito, che la scena di lotta con l’orso, difficilmente  si cancella dalla mente, per la sua brutalità e drammaticità nell’affermare come la natura seppur bistrattata dall’uomo, abbia una forza cento volte superiore, e se si riflettesse su questo, il nostro pianeta sarebbe molto più vivibile e non dovremmo assistere a degli scempi inaccettabili, figli di un potere malato. Ma al di là di questo, il film risulta avvincente, con degli scenari mozzafiato che fanno da sfondo e interagiscono con la penosa condizione di Glass, a cui non interessa morire, ma vivere abbastanza per portare a termine la sua personale vendetta nei confronti del suo traditore Fitzgerald.

Tenendo a mente alcuni rimandi da “Il gladiatore” e “Cast Away”, non sappiamo se Innarritu bisserà l’ambita statuetta, ma facciamo comunque il tifo per lui, che grazie al suo talento sa regalare ancora grande cinema, ma sopratutto per Leo Di Caprio e per il suo sguardo finale in macchina che emoziona e non si dimentica.

Laura Pozzi

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