Lo storico dell’arte Claudio Strinati nella prima puntata di “Strinarte”
Bentornati nella nostra rubrica d’arte. Quando, a volte, si leggono gli sconfortanti rapporti dell’Istat che ci mostrano in percentuale quale sia la (insufficiente) diffusione delle più comuni abitudini culturali (qui riporto una riflessione che secondo me inquadra correttamente il problema: http://www.internazionale.it/opinione/christian-raimo/2016/01/09/italia-lettura-dati-istat), bisogna resistere alla tentazione di lasciare andare tutto alla deriva e cercare invece di rimarcare l’importanza che queste abitudini risultano avere su di noi. E il mio non è uno spronare verso atteggiamenti che non si sentono propri solo perché ci viene fatto presente, quanto piuttosto un invito ad incuriosirsi di fronte agli stimoli esterni, per scoprire nuove storie, nuovi aspetti che potremmo scegliere di fare nostri, assimilandoli e portare avanti le lezioni apprese, eventualmente contribuendo a diffonderle.
Per una come me, che ha basato sulla storia dell’arte i suoi studi universitari e i suoi consumi culturali, non sempre risulta facile comprendere il disinteresse o l’accoglienza tiepida che molte persone dimostrano nei confronti di questa materia. Metto in conto anche come quest’ultima, nelle scuole, sia spesso trattata (nella gerarchia tra le materie, sembra essere vista solo come un insegnamento “di svago”, che offre il pretesto per la maggior parte delle gite scolastiche) e non stupisce notare come si sia completamente persa la percezione che anche le manifestazioni artistiche di ogni epoca parlino un linguaggio eloquente quanto un testo scritto. Di più: ricordiamo che prima dell’alfabeto si comunicava attraverso le immagini. Ho portato avanti questa precisazione con il solo scopo di sottolineare che l’arte, in qualunque sua forma, è una manifestazione genuina e immediata del nostro essere, che può dialogare con tutti, e come capita in un qualunque dialogo a voce, il nostro ragionamento può essere apprezzato oppure frainteso, può non essere ritenuto valido come anche essere assunto a punto di riferimento.
Sotto l’egida del motto “l’arte è alla portata (intellettuale) di tutti” comprendo bene che bisogna anche renderla comprensibile, scegliendo dei “mediatori” che ne sappiano trasmettere aspetti interessanti senza abusare di dettagli nozionistici, che alla lunga annoiano e vanificano il coinvolgimento fin lì ottenuto.
E così vorrei proporre una selezione di programmi che ritengo abbiano contenuti validi e siano esposti chiaramente.
La maggior parte dei programmi televisivi dedicati all’arte finora mandati in onda si presenta con la formula del documentario, con una voce fuori campo che racconta storia e aspetti salienti dell’opera presa in esame. Se avete la possibilità di vedere SKY Arte, trovo che “Sette meraviglie”, che ha concluso la sua seconda serie, sia condotto molto bene. Bellissime riprese affiancate da un racconto puntuale e mai noioso di capolavori riconosciuti come patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Un tesoro che dovrebbe essere doverosamente conosciuto. Qui, solo per incuriosirvi, lo spot della serie: http://arte.sky.it/video/scopri-sky-arte-meraviglie/

Agrigento, Valle dei Templi
Rimanendo in ambito delle offerte Sky, c’è un programma che può fare affidamento sulle capacità affabulatorie del suo ideatore e conduttore, Carlo Lucarelli. In “Muse inquietanti”, titolo desunto da una famosa opera di De Chirico, Lucarelli decide di impiegare la sua bravura nel raccontare i misteri rintracciandoli nelle vite degli artisti o nelle vicissitudini delle loro opere. Un modo intrigante per accostarsi alla materia. Anche in questo caso, purtroppo online si trova solo il lancio pubblicitario: http://arte.sky.it/video/muse-inquietanti-carlo-lucarelli/

Carlo Lucarelli su uno dei set della sua serie, “Muse inquietanti”
Ma la parte del leone degli approfondimenti culturali anche in ambito artistico, a livello di notorietà, lo detiene Alberto Angela, che riesce a coniugare rigore scientifico ad una chiarezza di linguaggio comprensibile pressoché a tutti. D’altronde, il tipo di formula proposta, ormai consolidata da più di vent’anni, è l’unico che viene proposto su un canale come Rai 3, il terzo della televisione di Stato. In più, i successi editoriali che arridono ad Alberto Angela non è data solo dalla sua notorietà telematica, ma confermano la sua preparazione su una materia che negli anni lo ha appassionato (ricordo che Angela ha conseguito inizialmente una laurea in scienze naturali, per poi specializzarsi in paleontologia e passare anche all’archeologia). In questa rubrica, ho già postato un servizio da lui condotto che ci illustrasse la complessità del programma iconografico di Piazza Armerina (https://virgoletteblog.it/2015/10/31/appunti-darte-29).

Alberto Angela
Il mio sottolineare il curriculum di studi di un divulgatore televisivo punta a far presente che non sono molti i programmi ideati e condotti da effettivi storici dell’arte. Ultimamente, abbiamo potuto assistere a programmi molto validi come il ciclo “La libertà di Bernini” di Tomaso Montanari, un approfondimento in otto puntate necessario per sviscerare il lungo e prolifico percorso artistico del grande Bernini, sulla figura del quale Montanari aveva già curato alcune opere e attualmente può essere annoverato tra i suoi massimi esperti.

Lo storico dell’arte Tomaso Montanari durante il suo programma
Ed infine, vorrei presentare l’ultima, recentissima novità: mercoledì 13 è andata in onda, sempre su Rai 5 “Strinarte”, che vuole proporre in maniera informale il modus operandi di uno storico dell’arte, fatto di confronti con altri studiosi di altre discipline per poter trovare indizi che possano dare risposte convincenti agli interrogativi che si celano nelle opere. Un aspetto di questo programma che a mio avviso merita una particolare attenzione è di essere ospitato nei locali dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, proponendo anche ricorrenti chiacchierate con personalità che si sono formate o lavorano in questo Istituto. Il tutto per rendere evidente l’importanza della sinergia che si deve stabilire quando si cerca di leggere sotto i suoi molteplici aspetti, un’opera d’arte. E gli interventi di restauro, partendo dalla diagnostica fino alla loro realizzazione, offrono sempre preziosissimi indizi sulla loro interpretazione.
Per chi se la fosse persa, ecco la prima puntata, con protagonista l’avvincente “Trionfo della Morte” di Palermo.
http://www.rai.tv/dl/replaytv/replaytv.html?day=2016-01-13
Non mi resta che augurarvi una buona visione!
Pamela D’Andrea