Non voglio confondervi, questa è una rubrica scientifica, lo so, ed è per questo che affronteremo una delle saghe più amate della fantascienza dal punto di vista scientifico.
Scontri spaziali, duelli con spade laser, viaggi attraverso l’iperspazio e pianeti artificiali sono solo parte di quello che avete già visto accadere nella Galassia di Star Wars durante la fortunata saga. Un cocktail di situazioni, eventi e personaggi che ci hanno accompagnato a partire dagli anni ’70 e che, anche se molti ingredienti non sono proprio credibili, continua a farci emozionare!
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana… è così che inizia ogni film della saga e l’ultimo episodio uscito ieri nelle sale italiane non rinuncia a tale “tradizione”. Anche noi inizieremo da qui, prendendo in esame proprio la Galassia in cui hanno luogo le vicende di Star Wars.
Ricostruendone la conformazione non possiamo non attribuirle una forma a spirale, proprio come la nostra Via Lattea. A differenza della nostra galassia che, in base ai recenti studi, viene classificata secondo la sequenza di Hubble comeSBbc, quella di Star Wars è classificabile come Sa, entrambe galassia a spirale ma la prima di tipo barrato e con i bracci più allargati rispetto alla seconda, di tipo semplice.
Entrambi i tipi di galassie presentano un bulge, ossia un centro caratterizzato da un fitto ammasso di stelle più vecchie che si ritiene contenga anche un buco nero supermassiccio, ed un disco piatto e rotante contenente le stelle più giovani e nubi di gas. I peculiari bracci di formazione stellare sono parte del disco e sono causati dal moto rotazionale della galassia.
La galassia in cui è ambientata la trilogia è molto più grande della nostra, circa del doppio (400 miliardi di stelle contro i nostri 200) e molto diversificata, biologicamente parlando. Per comodità viene divisa in settori, contenenti i diversi sistemi solari.

Star Wars Galaxy By W. R. van Hage (http://www.xs4all.nl/~wrvh/galaxymap/) [GFDL 1.2 (http://www.gnu.org/licenses/old-licenses/fdl-1.2.html) or CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons
Le specie viventi che abitano la Galassia sono tantissime e, fra queste, quelle in grado di parlare ed usare la ragione sono comunque milioni.
Si tratta di una situazione impensabile per noi terrestri.
Finora, a ben vedere, non c’è niente di così assurdo ma come si muovono i nostri eroi in questa giungla di pianeti, stelle ed asteroidi? Tramite astronavi, certo, ma a che velocità? Se ci riflettiamo vediamo che in quasi ogni film di fantascienza le navi spaziali viaggiano per decine di migliaia di anni luce in tempi brevissimi e per farlo procedono a velocità molto superiori a quella della luce. Per ovviare a questo evidente ostacolo esiste il concetto fantascientifico dell’iperspazio.
Le strade iperspaziali percorse dalle astronavi sono vie preferenziali dove le regole della fisica sono alterate. Lucas non ci spiega molto, si limita a proporci queste “scorciatoie spaziali” che non solo gli permettono di velocizzare un’altrimenti lunghissima epopea spaziotemporale, ma fungono anche da canali di trasmissione consentendo ai nostri eroi di comunicare in tempi utili fra le persone a bordo delle navi e quelle sulle superfici dei pianeti.
Un’altra questione a proposito dei viaggi spaziali sta nell’effetto che il viaggio stesso avrebbe sui viaggiatori. In Guerre Stellari, così come in moltissimi altri film, gli equipaggi si comportano nelle astronavi come fossero su un’automobile mentre nella realtà esiste tutta una preparazione fisica al mezzo spaziale ed un graduale adattamento che prevede anche una serie di scompensi fisici perfettamente naturali per gli esseri umani in assenza di gravità.
Veniamo adesso alle battaglie che danno il nome alla saga.
Innanzitutto sarebbero silenziose. Già, perché non essendoci aria nello spazio le onde sonore non possono vibrare, non potremmo sentire Luke sparare, né le esplosioni che caratterizzano alcuni dei momenti salienti della saga. Del resto, però, anche in questo caso si tratta di licenze poetiche obbligatorie dal momento che scene di battaglie spaziali totalmente mute sarebbero noiosissime per noi spettatori.
A proposito delle esplosioni.. come potrebbero avvenire in assenza di ossigeno?
Poco prima di quella che è sicuramente una delle rivelazioni più sconcertanti della storia del cinema Luke Skywalker e Darth Vader combattono utilizzando le celeberrime spade laser. Si tratta di un oggetto cult della saga; è quasi magica la spada di luce, micidiale e colorata, presente nei sogni di tutti i bambini appassionati di fantascienza ma… è fatta di luce e, incrociandosi con un’altra spada, non dovrebbe interagire!
Due fasci laser non dovrebbero, infatti, scontrarsi, bensì attraversarsi.
Anche se.. di recente il dibattito ha coinvolto nientedimeno che due noti scienziati e divulgatori, Neil deGrasse Tyson e Brian Cox, che hanno effettivamente discusso sulla possibilità del duello di spade laser a colpi di twitter!
Di seguito gustiamoci il video in cui Neil deGrasse Tyson racconta la diatriba nerd che lo ha coinvolto con Brian Cox e spiega come in effetti un combattimento fra spade di luce potrebbe avvenire.
C’è da specificare che la parola “laser” è presente nella traduzione, ma la denominazione originale è lightsaber, in cui di laser non v’è traccia.
Come vedete non siamo i soli a divertirci ponendoci improbabili domande su quella che rimane un’amatissima saga fantascientifica, non certo una lezione di fisica!
Vi do appuntamento alla settimana prossima e.. che la forza sia con voi!
Viaggiare nell’iperspazio non è come spargere fertilizzanti da un aeroplano! (Ian Solo a Luke Skywalker)
Serena Piccardi