Finora, il Vice Ministro dell’Economia aveva lasciato aperta la possibilità del voto, sospendendo, infatti i cambiamenti possibili. Ora, sembra davvero che questa prospettiva non sarà percorsa.
Ricordo che al momento sono ancora approvabili, in base alle ultime indicazioni, la cancellazione delle penalità, l’eliminazione delle tasse fino a ottomila euro subito in vigore e il contributivo donna.
L’Europa continua a dirsi contraria a cambiamenti delle pensioni in Italia, continuando a sostenere che l’attuale legge è l’unica che riesce ad assicurare sostenibilità finanziaria, nonostante spinga poi sulla necessità di rilancio dell’occupazione.
In realtà, i piani di prepensionamento di cui si discute ancora oggi, mini pensione, uno dei metodi in prova, servirebbero proprio per dare nuova spinta al mercato del lavoro, prevedendo la possibilità di mandare in pensione prima i lavoratori più anziani, proprio per liberare nuovi posti di lavoro per i più giovani.
Ma, nonostante la convenienza di questi piani, l’Europa ha sempre detto no e negli ultimi tempi ha anche aperto una nuova procedura di infrazione contro l’Italia per il contributivo donna, chiedendo al nostro Paese la motivazione per la quale le donne devono avere la possibilità di andare in pensione prima e gli uomini no.
L’Italia ha risposto giustificando l’esistenza di penalizzazioni per chi decide di uscire prima, motivazioni poco efficaci.
Per evitare sanzioni, il nostro Paese dovrebbe:
- abolire completamente il contributivo donna per i prossimi anni
- o estendere il contributivo donna anche agli uomini
- o inserire accanto al contributivo donna nuovi sistemi di uscita prima per tutti per evitare discriminazioni.
A causa del blocco ai cambiamenti pensionistici in Italia, il nostro sistema previdenziale risulta il più rigido d’Europa.
Secondo un dossier del Servizio Studi della Camera dei deputati, che ha messo a confronto la legislazione nazionale e quella di altri 30 Paesi europei, infatti, il sistema previdenziale italiano risulta tra i più rigidi e se nel 2050 in Italia si andrà in pensione quasi a 70 anni, precisamente a 69 anni e 9 mesi di età, negli altri 30 Stati considerati è un’età inimmaginabile.
Poiché, però, le pensioni sono fondamentali per l’economica e per sostenere l’occupazione, in ogni Paese, l’Europa potrebbe intervenire con leggi comunitarie per cercare di riequilibrare la situazione e sembra stia già lavorando in tal senso, cercando innanzitutto di eliminare il divario pensionistico esistente tra uomo e donna.
L’ideale potrebbe anche essere partire dall’assegno universale, unica misura su cui la stessa Europa si dice d’accordo e cui ha aperto anche il ministro dell’Economia italiano, in ottica di adeguamento al modello europeo, ma anche come misura di solidarietà.
Per alleviare il problema, e non ritrovarsi con la pensione minima, per vivere dignitosamente, sarebbe buona prassi che ognuno pensasse autonomamente a creare un gruzzolo personale.
Per quanto possibile, esistono dei Fondi creati ad hoc, si tratta dei Fondi di Previdenza Complementare
Per esempio per ogni categoria di lavoratori, esistono dei Fondi, per i metalmeccanici il Fondo Cometa, per i dipendenti del credito il Previbank, per gli assicurativi il Previp, e così per ogni categoria.
Informatevi presso la vostra azienda, le possibilità ci sono.
Inoltre ci sono numerose compagnie che offrono investimenti privati.
Il Fondo di Previdenza Complementare è molto importante.
Il capitale accumulato andrà ad aggiungersi ai contributi INPS versati.
Sarà il vostro rendimento mensile alla fine dell’attività lavorativa.
L’adesione è volontaria.
Non vi è alcun obbligo.
Tenete conto che le quote versate dall’Azienda vanno sul fondo e solo li.
La quota versata in % RAL rappresenta una quota calcolata sulla VOSTRA RETRIBUZIONE annua lorda.
Perché perderla?
È possibile procedere nel seguente modo, per esempio.
Versare:
– quota TFR sul fondo ( circa 70 Euro) versata direttamente dall’Azienda insieme al Long Term Care (di solito 6 Euro ogni 1000 euro)
– quota DREAD desease (obbligatoria, versata dal dipendente circa 2.50 -2.80 euro in base a criteri definiti, età, sesso, anni mancanti)
– quota volontaria mensile 0% (la quota volontaria versata dal dipendente si calcola sul mensile, è una percentuale che può andare dallo 0%, a multipli di 0.5 – quindi 0.5% – 1%, 1,5% e così via
Per esempio si decide di versare versare 1%, circa 12 euro per esempio; oppure 0,5% che corrisponde a circa 6 euro su uno stipendio mensile di 1200 euro;
– quota annua volontaria per esempio 200 Euro a dicembre oppure nulla
Vi invito a fare un rapido calcolo, alla fine vi troverete a versare di vostro solo 3 Euro, se non intendete versare altro.
Poi anno per anno potete decidere se variare la vostra contribuzione.
il link vi farà capire la vostra situazione
http://epheso.24oreborsaonline.ilsole24ore.com/PrevIntLightSole24Ore/Eph
Es. a 63 anni (è solo un esempio)
Ciascuno avrà PENSIONE INPS mensile (Euro 560,00 mese) +
RENDITA Fondo (Euro 190,00 mese)
(le quote sono puramente esemplificative, calcolate al minimo della contribuzione, su 20 -25 anni di contributi versati con 0,0% – 0.1% di quota volontaria al mese, più il TFR mensile, più la RAL – 2,5% più le quote annue volontarie)
Premorienza ed Invalidità permanente.
- LTC – rendita vitalizia rivalutabile per sostenere economicamente l’assicurato nel momento in cui dovesse perdere l’autosufficienza
Garantisce un capitale in contanti per dare un adeguato livello di sicurezza economica alla famiglia o
all’Assicurato stesso
In caso di premorienza o invalidità permanente (EVENTO)
Il piano dei versamenti dell’iscritto viene integrato con un capitale aggiuntivo LTC e DD
LTC Il premio è solitamente un contributo dell’Azienda ed è calcolato su un parametro chiamato “Indennità
di Base” scelto dalle Parti nell’accordo di adesione al Fondo.
E’ pari a Euro 6,00 per ogni Euro 1.000,00 di indennità di base.
- CALCOLO DEL CAPITALE AGGIUNTIVO – Dread Desease
Disposizione di un capitale in contanti per aiutare l’assicurato a fronteggiare l’impatto economico che
deriva dall’insorgere di malattie particolarmente gravi.
E’ dato dall’indennità di base prescelta a livello di accordo * Coefficiente ETA’- SESSO *
Il numero di anni mancanti al 60° anno di età con un minimo di 5 anni e un massimo di 30.
CAPITALE AGGIUNTIVO = INDENNITA’ * COEFFICIENTE * ANNI MANCANTI
Quindi in base a questi schemi e valutazioni, vi invito a pensare al vostro futuro, sia che un lavoro stabile lo abbiate, sia che lo stiate cercando.
Le possibilità di pensare al proprio futuro ci sono, dimentichiamo le buone pensioni dei nostri familiari, quando ancora il sistema retributivo era vantaggioso; ora siamo passati al contributivo, se la situazione non migliora, la prospettiva è questa.
Altrimenti non oso immaginare quanti anziani per le strade saremo nel 2050.
Sabrina Mattia