Buon compleanno, Ada!

Senza computer al giorno d’oggi saremmo persi, ne siamo consapevoli. Quello di cui siamo meno consapevoli è che c’è una figura femminile all’origine della programmazione.

Eh si, le basi concettuali di quello che attualmente è un mondo prettamente maschile le ha gettate una donna, e non certo una donna qualsiasi!

Duecento anni fa, in questo giorno, nasceva a Londra Ada Lovelace, la prima programmatrice della storia!

La vita di Ada Lovelace fu breve ma brillante.

Figlia del più noto poeta Lord Byron, visse col ricordo di un padre mai conosciuto, che aveva sposato la madre per convenienza e che, una volta ottenuto il divorzio, lasciò l’Inghilterra per non tornarvi mai più. Ada ebbe un’infanzia costellata da problemi di salute, fu educata dalla madre, Anne Isabella Milbanke, una donna non comune per i suoi tempi in quanto istruita nelle scienze ed in modo particolare in matematica. Lady Byron indirizzò Ada verso le materie scientifiche e si assicurò che la figlia ricevesse la migliore istruzione affidandola a professori di algebra, logica ed analisi.

La giovane Ada, nonostante le malattie, continuò a studiare e si appassionò alla logica ed all’analisi matematica dimostrando di aver ereditato l’acume scientifico della madre, piuttosto che l’attitudine poetica del padre.

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A soli 17 anni fu introdotta a corte dove incontrò l’uomo che le cambiò la vita avvicinandola alle macchine cui dedicherà per molto molto tempo, Charles Babbage. Egli mostrò alla curiosa ragazza il funzionamento di una parte del congegno a cui sta lavorando, che può esser definito come un motore differenziale. Si trattava sostanzialmente di una macchina in grado di fare calcoli, somme e sottrazioni, una faccenda molto all’avanguardia per il tempo, tant’è che Ada ne rimase affascinata.

Siamo nel 1833 e la macchina di Babbage è davvero avveniristica; non sono state ancora sviluppate le prime lastre fotografiche, Colt non ha ancora inventato il revolver e nessuno era ancora mai andato in bicicletta!

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La macchina di Babbage

Insieme Ada e Babbage lavorarono al progetto della macchina differenziale che, anno dopo anno, diventò, almeno nelle loro menti, sempre più grande e più complessa. Lo scopo divenne la costruzione di una macchina analitica, qualcosa che andasse oltre le somme e le sottrazioni e che fosse in grado di svolgere operazioni più complicate come divisioni e radici quadrate. La costruzione fisica della macchina con tutte le sue evoluzioni, però, richiedeva parecchi finanziamenti e Babbage non la vide mai realizzata.

La pubblicazione della descrizione del progetto venne affidata da Babbage all’opera di un giovane matematico italiano, Luigi Federico Menabrea, e la Lovelace fu incaricata della traduzione dal francese. Mentre preparava la traduzione con il commento all’articolo, Ada ebbe un’intuizione geniale: la macchina analitica poteva fare molto, molto di più. Se il calcolatore poteva manipolare numeri, allora forse poteva manipolare numeri che rappresentavano altro, ossia lettere, informazioni, simboli e, perché no, note musicali. E magari poteva essere programmata per elaborare tali numeri in un certo modo.

Ada ha immaginato e descritto un computer.

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Immagine dal fumetto “The Thrilling Adventures of Lovelace and Babbage” di Sydney Padua

Quello che la giovane nobildonna stava immaginando era la prima idea di programma; se Babbage aveva, in un certo senso, inventato l’hardware, Ada ebbe la maternità del software.

Leggendo il commento della Lovelace non si può non rimanere colpiti dall’incredibile lungimiranza delle sue intuizioni che immaginavano l’importanza che avrebbe avuto la macchina per il futuro della tecnologia e addirittura si avvicinavano al concetto di intelligenza artificiale.

Si ritiene che, nella sua corrispondenza con Menabrea, abbia suggerito l’utilizzo di schede perforate. Lei, che amava suonare l’arpa, scrisse della possibilità di usare la programmazione per produrre musica. Conobbe e tenne corrispondenze con molte figure illustri nell’ambiente scientifico del suo tempo.

Anche se il contributo di Ada all’ingegneria informatica, com’è evidente, è importantissimo, il suo nome, benché non sia mai caduto nel dimenticatoio, per molto tempo non ha avuto il risalto che meritava. L’Inghilterra vittoriana non concedeva molto spazio e gratificazioni per donne “scienziato”.

Agli albori dell’informatica, ossia quasi un secolo dopo averli elaborati, i suoi scritti tornarono in risalto ma è nell’ultimo decennio che la Lovelace è diventata un’icona delle battaglia per il riconoscimento del ruolo delle donne nella scienza.

Ada morì a soli 36 anni dopo una lunga sofferenza dovuta ad un cancro all’utero. Chiese di essere seppellita accanto al padre.

Ada Lovelace fu una pioniera nel suo campo, dalla vita breve e dallo spirito innovativo, nata in epoca vittoriana ma decisamente proiettata nel futuro. Un’eroina più che romantica direi steampunk.

Dal 2009 ogni anno, ad ottobre, in suo onore si celebra l’Ada Lovelace Day dedicato all’eccellenza al femminile nelle scienze.. ne riparliamo in ottobre!

Possiamo affermare in maniera del tutto appropriata che la Macchina Analitica del signor Babbage tesse motivi algebrici, proprio come il telaio Jacquard tesse fiori e foglie. (Augusta Ada Lovelace)

 

Serena Piccardi

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