Putin sfida Erdogan: ecco le prove degli affari della Turchia con l’Isis

La vendetta è un piatto che va servito freddo e Vladimir Putin lo aveva promesso. Dopo l’abbattimento del bombardiere SU-24 russo da parte turca, intendeva inchiodare Recep Tayyp Erdogan con prove – oggi dichiarate “inconfutabili” – sul traffico di petrolio tra l’Isis e l’elite turca. E per presentarle, nella stanza dei bottoni a Mosca, il ministero della Difesa ha chiamato parte della stampa internazionale e gli addetti militari di tutte le ambasciate, comprese quelle dei Paesi Nato. Lo scopo è dimostrare ciò che è stato definito dal vice ministro Anatoly Antonov “un business di famiglia per gli Erdogan”. Subito è arrivata piccata la replica di Ankara, che minaccia misure di rappresaglia: la Russia non ha il diritto di “calunniarci”. Sottolineando, così che questa volta la bordata giunta da Mosca è pesantissima. Tanto più che alla rabbia del Cremlino per quanto accaduto con il suo jet, si aggiunge anche l’irritazione per un nuovo fronte di tensione aperto con la Nato: il Montenegro invitato a far parte dell’Alleanza Atlantica.

Erdogan ha anche ribadito che si dimetterà se qualcuno dimostrerà che le accuse russe sono veritiere. “Non manterrei la carica di presidente nemmeno un minuto in più se la Russia portasse prove alle sue accuse. Ma anche chi sparge queste calunnie non dovrebbe conservare la sua carica”, ha affermato. Le immagini sui traffici dell’Isis, mostrate oggi nell’aula bunker del ministero, erano davvero impressionanti. Verosimilmente autentiche, secondo alcuni convenuti. Anche se il Pentagono ha definito “assurde” le accuse rivolte all’importante alleato turco. Ma il Cremlino appare molto sicuro di sè. Nella rinnovata sede del ministero della Difesa sul lungofiume Frunzenskaja, imponente e minacciosa, Antonov ha commentato le immagini fornite sia in apertura che in chiusura, sottolineando che il petrolio “rubato” dall’Isis è un affare che non può non coinvolgere il figlio di Erdogan, “a capo di una delle principali compagnie energetiche” e il ministro dell’Energia di fresca nomina, Berat Albayrak, il genero del capo di stato. “Il terrorismo internazionale è qualcosa di mostruoso” ma “senza soldi è come una belva senza denti”, ha detto il vice ministro, rilanciando le accuse alla Turchia che lo “foraggia” e la “cinica élite turca che fa affari con il suo petrolio”. Nel corso del briefing i collegamenti telefonici e internet sono stati oscurati, mentre venivano mostrate riprese dai droni sul confine turco-siriano, dove si vedono sino a 3200 autocontainer impegnati nel traffico di oro nero. Dalle tre vie individuate dalla Difesa russa, lungo la quali viene convogliato verso la Turchia il petrolio rubato in Siria e Iraq dall’Isis, secondo Mosca passano 200mila barili al giorno, un quantitativo dal quale i jihadisti ricavano due miliardi di dollari l’anno. Tra gli invitati sono state sottolineate come particolarmente impressionanti le riprese che nella zona di Silopi, risalenti al 14 novembre scorso, mostrerebbero un enorme parcheggio di autocontainer, pronti a partire per partecipare al traffico di oro nero del sedicente Stato islamico. In base a quanto spiegato, le direzioni che il petrolio dell’Isis prenderebbe oltre il confine turco-siriano sarebbero una verso Ovest, con sbocco sul mare attraverso i porti di Iskenderun e Reikhandly. “Un’altra quella settentrionale, termina a Batman, a cento chilometri dal confine siriano”, hanno spiegato i militari russi. E sarebbe poco distante anche dal confine con l’Iraq, altra cortina particolarmente permeabile. Poi c’è la via orientale. Mosca ha inoltre presentato agli addetti militari e alla stampa immagini di 1.722 autocontainer incolonnati, in un filmato che risale al 18 ottobre scorso. “I terroristi hanno costruito delle vere e proprie isole petrolifere”, hanno aggiunto i militari russi. Aggiungendo che è “difficile non accorgersene”. Per domani intanto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha detto di non voler evitare il collega turco Mevlut Cavusoglu a margine della riunione dei ministri degli Esteri Osce a Belgrado. E dopo la giornata odierna, avranno sicuramente qualcosa da dirsi. 

fonte: askanews.it

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