Un altro passo indietro nel tempo, arrivando a un soffio da Big Bang. Dopo la riaccensione, lo scorso giugno, all’energia record di 13.000 miliardi di elettronvolt (TeV) del superacceleratore LHC e i primi mesi di raccolta dei dati generati dalle collisioni di protoni, al CERN di Ginevra è iniziata una nuova fase sperimentale. All’interno della beam pipe di LHC, la pista magnetica di 27 km di circonferenza a 100 metri di profondità al confine tra Francia e Svizzera, sono iniziate le prime collisioni tra ioni piombo a 5 TeV per nucleone, un’energia quasi doppia rispetto a quella usata durante la prima fase di attività dell’acceleratore. Superata la barriera di 1000 TeV “L’energia totale di collisione di ioni piombo è di 1045 TeV e sfonda simbolicamente la barriera di 1000 TeV o 1 PeV (Peta elettronvolt). Si hanno, quindi, 5,02 TeV per ciascuna collisione nucleone-nucleone, la più alta mai raggiunta in laboratorio in collisioni tra nuclei”, aggiunge Federico Ronchetti, dei Laboratori Nazionali INFN di Frascati e responsabile delle operazioni di presa dati di ALICE (Run Coordinator). Campioni di dati fondamentali “Le collisioni di nuclei all’energia dell’LHC ci permetteranno di ricreare, per un tempo infinitesimale, un sistema in condizioni analoghe a quelle presenti nei primi milionesimi di secondo di vita dell’universo, e di studiarne le proprietà in laboratorio – sottolinea invece Federico Antinori, Physics Coordinator di ALICE, della sezione INFN di Padova – Stiamo raccogliendo dati di ottima qualità, a un’energia di collisione mai ottenuta prima. Questo campione di dati sarà fondamentale per due ragioni. Prima di tutto, permetterà di effettuare test cruciali a una nuova energia per le predizioni dei modelli teorici sviluppati per descrivere le misure fatte a energia più bassa. In secondo luogo, ci attendiamo campioni statistici molto più estesi di quelli raccolti finora, che permetteranno misure a precisioni finora mai raggiunte”
fonte: rainews.it