Il famoso scrittore giapponese Yukio Mishima si suicida non essendo riuscito ad ottenere il pubblico sostegno per le sue, talora estreme, convinzioni politiche. Nato nel 1925, Mishima era ossessionato da quello che gli appariva come il vuoto spirituale della vita moderna, ed era legato al Giappone prebellico, con il suo austero patriottismo e i suoi valori tradizionali, più che alla nazione materialista e occidentalizzata che emerse dopo il 1945. In questo spirito aveva fondato la ‘Società dello Scudo’, un controverso esercito privato composto da circa 100 studenti destinato a difendere l’imperatore nell’eventualità di un sollevamento di sinistra. Il 25 novembre Mishima consegnò al suo editore l’ultima tranche di ‘Il mare della fertilità’, monumentale epopea in quattro volumi sulla vita giapponese nel XX secolo considerata il suo capolavoro. Quindi si recò con alcuni seguaci in un edificio militare di Tokyo impadronendosi dell’ufficio di un generale. Dal balcone si rivolse ai circa 1000 soldati riunitisi lì sotto, incitandoli a rovesciare la costituzione giapponese che proibiva il riarmo della nazione. I soldati non lo appoggiarono, così Mishima commise il ‘seppuku’, o suicidio rituale, sventrandosi con la sua stessa spada. Nonostante le sue idee non gli avessero guadagnato un grosso seguito, in molti piansero la morte di questo straordinario talento letterario.