The Walk // Robert Zemeckis

Il 7 agosto 1974, alle prime luci dell’alba, un piccolo uomo francese di nome (non a caso) Philippe Petit, compiva illegalmente un’impresa che solo a pensarla, crea un senso di vertigine e stupore difficile da descrivere. Il fantasioso funambolo, partito da Parigi con la sua ragazza e altri due sostenitori, decise di sfidare la forza di gravità e la sua vocazione, camminando per 45 minuti appeso ad un filo e senza nessuna rete di protezione, tra le allora neonate Twin Towers.

Una questione di vita o di morte insomma, che Petit volle fare sua, ossessionato da quel vuoto (più di 400 metri d’altezza),che lo rendeva se stesso e a cui sentiva di appartenere. Purtroppo, essendo accaduto in un’ epoca ancora troppo lontana dalla nostra moderna tecnologia, non esistono filmati, ma solo alcuni scatti rubati di quell’irripetibile gesto, che colse tutti di sorpresa, provocando stupore entusiasmo e qualche brivido al cardiopalma.

Ma un’incredibile storia come questa, non poteva passare inosservata, soprattutto ad un occhio attento e sensibile come quello di Robert Zemeckis, che in poco più di due ore, cerca di restituire le emozioni provocate dal giovane francese. Zemeckis, a parere di chi scrive, non ha mai ricevuto la giusta valorizzazione da parte dello star system americano (pur essendo stato premiato con l’Oscar per Forrest Gump), che lo ha sempre relegato in un posto marginale, non considerandolo mai un vero autore. Il suo nome, resterà per sempre legato a “Ritorno al futuro”, un cult ancora oggi difficile da imitare, ma scorrendo la sua filmografia, non dobbiamo certo dimenticare opere come “Contact”, “Cast away” o”Flight”, dove abbandona momentaneamente la sua vena fantastica,per regalarci storie di uomini, altrettanto profonde ed avvincenti.

“The Walk”, che possiamo definire uno struggente e anarchico inno alla fantasia e immaginazione si pone a metà strada, raccontandoci la vita di un omino folle, che si sente libero e al sicuro, solo camminando tra le nuvole. Ma non solo, perché Zemeckis, grazie a questa storia, rende un poetico omaggio alle sfortunate torri, che grazie a quel filo che le collega, sembrano prendere vita e fare il tifo per Petit. Regalandoci per una volta, una visione diversa che non è solo distruzione e morte, ma grazia e leggerezza.

Laura Pozzi

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