Non essere cattivo // Claudio Caligari

Si è già detto tutto, (o quasi) dell’ultimo film di Claudio Caligari, che ha ricevuto un’accoglienza di pubblico e critica senza precedenti. Forse perchè questo regista outsider, di chiara ispirazione pasoliniana, che ha girato tre film in 35 anni (non per sua volontà) non ha potuto assaporare (è scomparso il 26 maggio di quest’anno) il gusto effimero di un successo meritato, ma purtroppo postumo. E’ notizia di ieri, infatti, che il film rappresenterà l’Italia ai prossimi premi Oscar e proprio in virtù, (ma non solo) di questo, è giusto dedicargli l’adeguata attenzione.

La pellicola, uscita nelle sale qualche settimana fa e presentata all’ultima mostra del cinema di Venezia, ambientata a metà degli anni ’90, offre uno spaccato sulla gioventù quasi bruciata di due giovani, che hanno scopo primario quello di non lavorare e di sfuggire una realtà avida e priva di aspettative, attraverso sballi di vario genere. Le loro giornate caratterizzate da spaccio, furto, truffe più o meno riuscite, sono un vero e proprio pugno nello stomaco, sia per la veridicità con cui Caligari tratteggia i suoi ragazzi perduti, sia per l’attualità che circonda un vissuto cronologicamente distante, ma non del tutto diverso dai nostri giorni.

Vittorio e Cesare sono testimoni universali di quella vita violenta che Pier Paolo Pasolini amava raccontare e denunciare, pur trovandoci elementi di altissima poesia. Caligari, con il suo linguaggio ruvido, sembra ribadire questo concetto, soprattutto nella figura di Vittorio che a differenza del suo fratello non di sangue,ad un certo punto tenta una strada diversa, complice anche un neonato amore, che sembra sulle prime illuminare la sua fragile esistenza. Ma le buone intenzioni in un mondo spietato che colpevolizza i più deboli, non garantisce un futuro ed è proprio questo l’aspetto che colpisce maggiormente.

E un finale che chiude su un’immagine che dovrebbe suggerire speranza, appare in questo contesto profondamente amaro. Non sappiamo se Caligari, vincerà l’ambita statuetta, ma sappiamo per certo che il suo film “fuori tempo”( per forza di cose l’ultimo), lascia un vuoto difficile da colmare e dimenticare. Come la superba interpretazione di Luca Marinelli (andate a recuperarlo in “Tutti i santi giorni” di Paolo Virzì per capire il suo trasformismo e incredibile talento),che con i suoi occhi allucinati e la sua disperata vitalità, lascia un segno indelebile.

Laura Pozzi

Condividi:

Log in with your credentials

Forgot your details?