ASSOCIAZIONISMO E SOCIETA’ CIVILE, INTERVISTA A VINCENZO SPADARO

sierra vento b&B

L’editoriale di questo mese è dedicato ad un protagonista ed esponente della società civile, Vincenzo Spadaro, vice-presidente dell’associazione Arci GlocalAction di Noto, nonchè attivista all’interno dei movimenti a difesa dei beni comuni, conosciuto durante uno splendido soggiorno in Sicilia lo scorso mese. Il suo focus della realtà notina è esemplificativo di molte realtà del nostro Paese, per le quali l’associazionismo o il cosiddetto “terzo settore” gioca un ruolo fondamentale per il tessuto sociale cittadino.

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” diceva Marcel Proust. Ci sono alcuni viaggi, per lavoro o per svago, che ti lasciano dentro un valore del tutto nuovo o che semplicemente riescono a fartelo riscoprire come tale. Luoghi e persone per cui le brutture della vita quotidiana non sembrano mai valere e  ti stupisci come in questa società di crisi culturale, sociale ed economica, ancora esistano.

Vincenzo Spadaro

Vincenzo, che ci fa un torinese a Noto?
Sono arrivato a Noto nel 2001. Ho scelto questo posto perché mi sono innamorato della casa dove abito… Questa collina e questa casa le conoscevo fin da piccolo, perché qui viveva un amico della mia famiglia che nel 1978 abitava a Bussana Vecchia, un paese terremotato vicino Sanremo in Liguria. In questo paese, negli anni ’60, un gruppo di artisti di tutta Europa, aveva occupato le case, rimettendole in piedi e utilizzandole come laboratori e atelier.
La mia famiglia passava da quelle parti in vacanza, e entrando nel paese, incontrarono questo personaggio mitico, che produceva sculture con materiali di recupero, scriveva poesie su cartoncini colorati, una persona schiva ma con occhi profondi e voce penetrante, Giovanni Fronte. Sono subito diventati amici con mio padre, siciliano anche lui come Giovanni.
Dopo diversi anni Giovanni decise di tornare nella sua terra natia, a Noto, e siccome aveva da trasportare due lama ed aveva bisogno di un mezzo per il trasloco, pensò bene di chiedere un aiuto a mio padre. Giovanni fece il viaggio nel furgone del trasporto cavalli con i suoi lama. Aveva un rapporto con gli animali e con la natura unico…
Quindi dal 1989 Giovanni si trasferì qui a Sierra Vento. E noi tutti gli anni, in Sicilia per le vacanze estive dai miei nonni trapanesi, passavamo su questa collina, in questa casa, portando spesso sporte di spesa, e trascorrendo qui qualche giorno, apprendendo le novità di Giovanni, ascoltando le nuove poesie, osservando le nuove sculture.
Nel 2000 Giovanni provato dalla solitudine e dalle avverse condizioni atmosferiche in cui versa spesso di inverno la casa (anche perché si riscaldava con stufa a legna e gli infissi della casa erano molto obsoleti), ma anche dalla sua avanzata età che procedeva inesorabile, decise di vendere la casa sulla collina.
Appena appresa la notizia da mio padre, io decisi di comprarla, ovviamente con l’aiuto dei miei genitori. Perché ero stanco della vita e dei ritmi di città. Non stavo concludendo un granché a Torino, avevo bisogno di nuovi stimoli, di una vita più sana, in campagna. E così grazie anche al fatto che Antonella, la mia compagna, ha deciso di seguirmi in questa magnifica avventura di vita, sono riuscito a mettere su il B&B Sierra Vento. Certo Noto nel 2001, anno di apertura del B&B, non era assolutamente quella che ora vedi davanti ai tuoi occhi…

Noto

Come definiresti la situazione a Noto?
Noto è molto cambiata dal 2001 ad oggi. E’ una bellissima città, con un territorio stupendo. Vocato naturalmente al turismo, perché ci sono splendide spiagge vicino a delle cittadine barocche di immenso pregio, come la stessa Noto, Modica, Ragusa Ibla e Palazzolo Acreide. Inoltre le vestigia classiche di Siracusa permettono al turista di immergersi in un contesto antropologico, storico e naturalistico di unica bellezza.
Ma nel 2001 ancora di turismo si parlava poco. Quando abbiamo aperto il B&B a Noto ce n’erano solo altri 5. Qualche agriturismo storico, 2 o 3 affittacamere e i grandi alberghi del Lido di Noto. Ora ci sono più di 250 B&B e affittacamere, oltre i numerosi agriturismo e alberghi. Anche a livello culturale la situazione è molto cambiata. Prima Noto viveva solo ed esclusivamente per tre momenti: San Corrado, L’Infiorata e l’Agosto netino. Tutto si concentrava in tre eventi. Oggi nell’ambito culturale l’offerta è spalmata su tutto l’anno, in modo che sia i turisti, sia i netini ne possano fruire. La città conta 24 mila abitanti. E con le sue potenzialità potrebbe essere una città modello per la Sicilia e per tutta l’Italia. Per alcuni aspetti lo è anche, ma per altri devo dire che pecca un po’ di disorganizzazione. Per esempio per quanto riguarda la viabilità, il rispetto del codice della strada, la presenza di marciapiedi, che per una città turistica sono fondamentali. Oppure per quanto riguarda la raccolta dei rifiuti e la differenziazione, o ancora per la gestione e manutenzione degli impianti sportivi. In ultimo, anche per la gestione della problematica dell’integrazione della popolazione cosiddetta dei “caminanti”: nomadi che qualche decennio fa, negli anni 50, hanno eletto Noto come luogo in cui fermarsi per alcuni mesi l’anno, nel periodo invernale, e che, a causa di una difficile convivenza con la popolazione autoctona, non si sono mai realmente integrati. Nessuna delle due parti ha di fatto cercato una reale inclusione, l’una per un velato razzismo dovuto al modo di vivere ai limiti della legalità della comunità ospite, l’altra per un radicamento a tradizioni e valori troppo diversi rispetto a quelli della comunità ospitante.
Ci sono molte criticità a Noto, spesso affrontate superficialmente della politica e a volte, grazie al tentativo di numerose associazioni, sollevate alla ribalta da un movimentismo civile, troppo spesso lasciato solo o poco coordinato. Ma anche qui il discorso è complesso.

Vincenzo Spadaro associazionismo

Che ruolo ha l’associazionismo in questa realtà?
L’associazionismo è una risorsa infinita per questa città. Negli anni che ho vissuto io qui si sono vinte delle battaglie importantissime: la battaglia ambientale contro le trivellazioni gas-petrolifere, quella contro la lottizzazione della zona di Eloro, l’estensione dell’area della Riserva Naturale di Vendicari, il tentativo di istituire il “Parco degli Iblei”. Ma come vedi tutte battaglie ambientali, prevalentemente. Si anche la lotta per il mantenimento dell’Ospedale Trigona di Noto, ma questa è una battaglia più di natura politica. Purtroppo una caratteristica che ho notato direttamente è che le associazioni di qualsivoglia natura, hanno difficoltà a fare rete. Cosa che invece per alcuni aspetti, avviene nella vicina Avola (la rete di solidarietà che si è creata grazie all’apporto della UISP solidarietà, Superabili, Aido, Acquanuvena, Insieme per l’autismo, AFI, Società dell’Allegria, e altri). A Noto, mi sembra che ognuno voglia coltivare il suo orticello, senza avere l’umiltà di imparare dal giardino vicino. Questo è un grande limite, superato solo forse proprio per quelle lotte ambientali di cui sopra, ma che poi spesso, prima che si vedano i frutti, passano molti anni. Certo il lavoro delle associazioni ambientaliste come Sciami, la stessa Acquanuvena, ma anche Noto Nostra, Associazione Noto Albergatori, Natura Sicula, Case Sparse dell’agro Netino, Notoambiente e Archeoclub di Noto, è lodevole e notevole, ma per altri aspetti, può definirsi un ago in un pagliaio.
Ho assistito a diverse situazioni in cui le associazioni sono state lasciate isolate. Fortunatamente ci sono loro a fare i “vigilanti” dell’ambiente, ma per altre cose, non si riesce proprio a mettersi d’accordo.
Per lo sport, ad esempio, si è costituita una consulta delle associazioni sportive, che si è riunita solo una volta in forma assembleare, poi a causa del fatto che ognuno aveva le sue istanze personali (associative) non si è andati più avanti.
Non c’è un “regista”, per questo film, che potenzialmente potrebbe essere da Oscar, con investimenti da cinema indipendente, ma purtroppo la produzione non riesce a mettere insieme gli ottimi operatori che ha, non riesce a coordinare. Non è un problema di “chi è il regista”, ma bensì di come gli attori del cambiamento si pongono nei confronti degli altri operatori.

Movimenti Sicilia

In questi 15 anni come hai visto cambiare la Sicilia?
Anche la Sicilia, come Noto, è cambiata molto. Non so dirti se in bene o in male. So che anche per la regione si sono persi dei treni importanti, per attuare un cambiamento sostanziale, politico, culturale e sociale. Il treno a cui mi riferisco è quello passato nel 2006, in cui si contrapponevano un simbolo del potere mafioso come Salvatore Cuffaro, oggi in galera, ad un simbolo della cultura della legalità come Rita Borsellino. Ora quando i siciliani hanno eletto Cuffaro, per me è stato un senso di sconfitta importante, un allontanamento dalla vita politica, in cui prima invece credevo e militavo. Negli anni precedenti al 2006 con un gruppo di ragazzi netini formammo diverse associazioni e movimenti politici “extraparlamentari”. Ma con quella grande sconfitta di un valore per noi così importante, anche noi giovani e disillusi, ci siamo allontanati dalla politica militante, per rinchiuderci ognuno nel suo viver quotidiano coerentemente con i valori e gli ideali che ci caratterizzano.
Certo, la Mafia ha una responsabilità fondamentale nel mancato sviluppo del valore della legalità in Sicilia. Si perché la Mafia Capitale è a Roma, è seduta in parlamento, ma sicuramente è una mafia di cui non si parla più. E’ assolutamente silenziosa, perché seduta nei banchi del potere a ramificare i suoi tentacoli, ormai sempre più “puliti” tra appalti pubblici, gare truccate, affidamenti diretti sospetti, ecc. Non spara più per le strade come nei tragici anni ’80, ma “dirige il traffico”, esercita potere, in cambio di favori, appalti, assegnazione di servizi, grandi opere pubbliche e miete voti, di scambio, che alimentano altro potere.
Sicuramente si vive meglio in Sicilia, rispetto agli anni drammatici dell’esercito contro le stragi di “mafia”. Ma è vero anche che lo sviluppo economico, dopo una rinascita dovuta al rilancio del turismo e dell’agricoltura di qualità (IGT, DOP, DOC, DOCG, ecc..), è ripiombato agli anni del dopoguerra. Infatti molti giovani emigrano verso i paesi del nord Italia, o addirittura verso altri stati europei, per studiare o per lavorare. Gli investimenti in Sicilia sono di grandi imprenditori del nord ed esteri, ma sono pochi gli imprenditori siciliani che riescono a sopravvivere.
E poi anche l’ultimo governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, non ha sfruttato l’opportunità di creare un cambiamento radicale, anzi, si è allineato alle peggiori tradizioni democristiane degli anni bui.
Ritengo che a Noto, così come in Sicilia e in Italia, siamo orfani di “qualcosa di sinistra” che generi un cambiamento virtuoso, che permetta di mettere al centro dell’interesse politico la salvaguardia e la tutela dell’uomo come individuo, con tutte le implicazioni che questo comporta.

Vincenzo Spadaro barca

Una speranza per il futuro?
E’ impossibile e riduttivo, secondo me, parlare del mio piccolo orto, quando a star male è l’intero pianeta. Come nel periodo in cui le ideologie contavano molto ed erano in grado di far sognare intere masse di persone, ma anche di compiere i crimini più efferati di cui l’uomo è stato artefice, anche oggi bisognerebbe avere una visione globale, con un occhio attento e con una mano che operi nel locale, per incidere in modo sostanziale nel mondo in cui viviamo. Oggi più che mai è importante “educare” ed “educarsi” con le scelte che compiamo tutti i giorni, capire che ciò che facciamo ha ripercussioni planetarie, a partire dal bucato a finire con la spesa. Scelte dettate dal buon senso ma anche dall’etica dei consumi, dall’attenzione all’inquinamento, dalla sostenibilità delle fonti energetiche, possono fare la differenza. Ora se devo descrivere ciò che spero per il futuro, penso ai miei figli, nati in un mondo digitale, dove le amicizie sono sui social network, prima che a scuola, dove l’informazione è manipolata, dove non esistono più delle organizzazioni politiche che aggreghino, dove tutte le comunità aggregative sono in crisi, dove anche il valore dell’umanità è messo in discussione da istanze razziste, dove si tende ad una maggior sperequazione tra mondo “occidentale” e morti di fame; beh avere una speranza è proprio difficile… Ma ritengo che la speranza in un mondo migliore sia il motore che ha fatto nascere nella storia grandi uomini, grandi movimenti di persone e grandi ideologie. Forse una nuova idea di uomo. Questa è la mia speranza. Che l’uomo si renda conto, prenda coscienza dei danni che sta commettendo, ed inverta la rotta. Si fermi un attimo e faccia delle scelte non più verso il progresso economico ed industriale, ma verso una “decrescita felice” dove trionfi realmente l’uguaglianza, la giustizia, la libertà, l’ecologia. L’uomo per l’uomo e per la natura che lo circonda e non l’uomo per il potere o per il profitto. Non saprei neanche come definire questa utopia, so benissimo che è tale, ed è per questo che mi affascina. Siccome amo e vivo con la musica vorrei concludere con un verso di una canzone che è cara a me, alla mia compagna e ai miei figli:
“”Ambiente” non è solo un’atmosfera, una rogna nelle mani di chi resta e il sasso su cui poggia il nostro culo è il padrone della festa”. (Fabi, Silvestri, Gazzé)

LINK UTILI:
13 variazioni su un tema barocco (sulle trivellazioni gas-petrolifere in Val di Noto)

Trailer “Caminante”

Giovanni Fronte
http://www.libreriaeditriceurso.com/poetipoesie/frontegiovanni.html

Bussana Vecchia
http://www.bussanavecchia.it/

Noto
http://www.comune.noto.sr.it/

B&B Sierra Vento
http://www.sierraventonotobedandbreakfast.it/

Vincenzo Spadaro
https://www.facebook.com/vspadaro

 

Filippo Piccini

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