Manu Chao // Clandestino (1998)

Ben tornati all’ascolto di una nuova puntata della rubrica di storia della musica, La Musica del Venerdì,

oggi conosceremo un bambino nato a Parigi nell’estate del 1961, da genitori spagnoli scappati dalla Spagna franchista. Il padre è un giornalista che ospita in casa diversi rifugiati politici. E’ in questa realtà di solidarietà e confronto che il piccolo cresce.

Lo ritroviamo nell’87 a capo di una band fondata con il fratello Antoine ed il cugino Santiago, i Mano Negra.

foto Ma1

Quando questa esperienza si esaurisce, pubblica il suo primo album solista “Clandestino” e sfonda vendendo più di 4 milioni di dischi.

Negli anni ha conquistato un folto pubblico, che gli riconosce la capacità di esprimere una poetica profonda e uno sguardo attento e dolente sulla realtà.

Sul suo coloratissimo sito si legge “la rassegnazione è un suicidio permanente”

Se volete vederlo che si sporge da un finestrino di un’auto..

foto Ma3

se volete vederlo insieme al rimpianto sacerdote, Don Gallo..

foto Ma4

infine se volete vederlo in concerto..

foto Ma5

 

Con la canzone in cui da voce al tutti i clandestini del mondo “Clandestino”

con il reggae poetico “Minha galera”

con la romantica “La despedida”

con la ninna nanna “Dia luna dia pena”

 

Signore e Signori

Ecco a Voi

Manu Chao

Buon ascolto e buon venerdì

 

Fabrizio Savelli

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