La bella gente // Ivano De Matteo

Piccola premessa: il film di cui ci occupiamo questa settimana, è stato realizzato nel 2009, ma vede luce nelle nostre sale (per problemi di censura) soltanto ora.

Il paradosso tutto italiano è che la pellicola è stata distribuita senza problemi in molti paesi europei, riscontrando vasto consenso sopratutto in Francia. Nel frattempo il regista Ivano De Matteo, ha realizzato altre due opere (una “I nostri ragazzi”, in concorso lo scorso anno a Venezia), ma questa appare la più compiuta.

Supportato da un cast d’eccezione dove spiccano Monica Guerritore e Antonio Catania, il film racconta la particolare vicenda che vede coinvolti Alfredo e Susanna, coppia borghese che ama trascorrere i week end nella loro casa sul lago di Bolsena. Lui architetto e lei psicologa, con una forte propensione ad aiutare donne vittime di maltrattamenti, in un giorno in apparenza come tanti, la loro vita verrà stravolta da Nadja giovanissima prostituta ucraina, che Susanna decide di aiutare e portare con sè. L’incontro con la ragazza, che sulle prime sembra non creare particolari problemi, si rivelerà in seguito un elemento destabilizzatore sul delicato equilibrio della coppia.

Un particolare pregio che caratterizza le opere di De Matteo è quello di non svelare mai troppo presto la psicologia dei personaggi. Quello che sembra all’inizio, man mano che la narrazione procede, viene inequivocabilmente smentito da azioni impreviste, che creano tensione  all’interno di rapporti familiari che appaiono solidi ed immutabili. Questo fa sì che nelle sue opere niente è dato per scontato e lo spettatore si trova ad assistere alla mutevolezza dei comportamenti umani, mettendosi lui stesso in discussione e chiedendosi come si comporterebbe al loro posto.

Le buone intenzioni spesso non bastano a cambiare un destino,  alle volte ostacoli insormontabili sembrano avere la meglio e proprio con questo che Alfredo e Susanna dovranno scontrarsi (vedi la presenza ingombrante e irritante dei vicini razzisti e del loro figlio viziato). E se la scena finale, sembra non concludere il film, spetta a noi immaginare tutto quello che potrebbe accadere fuori dallo schermo. Nel bene e nel male.

Laura Pozzi

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