9 settembre 1943
La firma dell’armistizio, dopo tre anni di guerra tra l’Italia e gli Alleati, aveva colto di sorpresa gli alleati dell’Asse (Germania e Giappone). Le truppe tedesche, che erano accorse ad affiancarsi alle forze italiane per contrastare lo sbarco degli anglo-americani in Sicilia, si trovarono improvvisamente in un paese non più amico. Cercarono quindi di risalire la penisola italiana per attestarsi nelle zone montuose dell’Italia centrale. Il giorno successivo all’armistizio, il 9 settembre 1943, durante questa marcia delle divisioni germaniche verso nord, un gruppo di duecento soldati si impadronì del porto di Bari nell’intento di farne saltare le installazioni e impossessarsi di un’imbarcazione che li trasportasse verso il settentrione. Il comandante della piazza, generale Bellomo, non potendo disporre di altre forze dell’esercito, che si era completamente dissolto all’annuncio dell’armistizio, ricorse all’intervento del LI° Battaglione bersaglieri A.U.C., l’unico reparto che nella regione era rimasto unito, armato e dotato di mezzi di trasporto. I tedeschi, che sino al giorno precedente erano stati nostri fedeli alleati, furono stanati con le armi dal porto di Bari e lasciati ripartire.