Comete d’agosto

Ogni anno intorno alla metà di agosto molti di noi, memori di quando si era piccoli e stimolati dai mezzi di comunicazione che si affannano a ricordarci della notte di San Lorenzo, si ritrovano naso in su ad ammirare lo spettacolo delle cosiddette “stelle cadenti”. Già, perché non è necessario alcuno strumento, basta avere gli occhi, un luogo con scarsa illuminazione e…un thermos di caffè!

Durante questa settimana di agosto c’è stata la notte di San Lorenzo, tradizionalmente associata all’interpretazione del fenomeno delle stelle cadenti come “lacrime celesti”. Mentre una delle diciture è palesemente sbagliata, l’altra… beh, pure.

Infatti vengono dette stelle cadenti ma sappiamo tutti che di stelle non si tratta. Le stelle propriamente dette sono corpi celesti molto grandi che brillano di luce propria perché al proprio interno viene generata energia attraverso processi di fusione nucleare; il Sole è una stella. Quelle che movimentano le notti estive si chiamano meteore e sono parte di uno sciame lasciato da una cometa.

Gli sciami meteorici cadono con regolarità nell’anno perché durante la nostra orbita intorno al sole incrociamo le zone piene di detriti negli stessi periodi.

L’effetto suggestivo che conosciamo avviene perché tali frammenti bruciano a contatto con l’atmosfera terrestre a causa dell’attrito ed iniziano a perdere massa a causa di un processo chiamato ablazione per il quale la superficie dei materiali che entrano in contatto con l’atmosfera vaporizza. Per questo motivo di tutti i corpi che entrano nell’atmosfera terrestre solo i più grandi e resistenti arrivano a terra, perché fino al 90% del materiale può consumarsi per ablazione.

I gas presenti nel percorso si ionizzano dando luogo alla scia luminosa che contraddistingue le meteore.

Le comete sono piccoli corpi celesti composti da aggregati di roccia, polvere e sostanze presenti sulla terra in stato gassoso ma costituiti in gran parte di ghiaccio. Qualcuno le ha definite “palle di neve sporca”.

Come tutti saprete la missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea ha una cometa come obiettivo di studio, cometa che proprio stamattina (alle 4:03 ora italiana) ha raggiunto la minima distanza dal sole.

Nella foto si vede la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko fotografata da Rosetta.

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Tornando ai nostri sciami, i più conosciuti prendono il nome delle costellazioni dalle quali danno l’impressione di irradiarsi e sono: le Leonidi che sono visibili a novembre, le Geminidi, attive a dicembre, le Quadrantidi che intercettiamo i primi di gennaio e le Perseidi, le protagoniste di questa settimana.

La costellazione di Perseo si individua in direzione NE e si trova facilmente a partire dalla luminosa Cassiopea, la costellazione a forma di “W” che ruota intorno alla stella polare. Se riuscite ad individuare anche le Pleiadi, un nutrito gruppo di stelle molto vicine fra loro, avrete delimitato l’area di comparsa delle Perseidi.

Le Perseidi, benché note per la notte del 10, in realtà sono visibili dalla fine di luglio fino ad oltre il 20 agosto e derivano dalla cometa Swift-Tuttle (nella foto sottostante, al suo passaggio nel 1992). L’associazione fra lo sciame e la cometa è stata ipotizzata per la prima volta dall’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli (di cui abbiamo già parlato a proposito dei canali marziani) nel 1866.

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La loro osservazione fu documentata per la prima volta nel 36 d.C. ad opera di astronomi cinesi ma già i romani conoscevano bene la pioggia meteorica ferragostina al punto di attribuirla all’opera del dio Priapo della fertilità che, tramite questo fenomeno, avrebbe contribuito alla fecondazione dei campi.

Abbiamo già parlato dell’importanza dell’inquinamento luminoso per l’osservazione della volta celeste e possiamo immaginare quanto una luna piena possa essere invadente in tali circostanze. Infatti, mentre l’anno scorso il picco dello sciame è stato offuscato da una luna troppo luminosa, quest’anno l’attuale novilunio è favorevole all’osservazione; peccato per il maltempo di questi giorni!

Il picco dello sciame è stato stamattina (8:30-11:00 del 13 agosto) ma a chi di voi se lo fosse perso consiglio comunque di tentare nei prossimi giorni (il 15 in particolare); puntando lo sguardo al cielo, sarà infatti ancora possibile scorgere qualche “ritardataria”.

Vi saluto con un video esplicativo di quel che offrono quest’anno i cieli d’agosto realizzato dall’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, e vi do appuntamento al 3 settembre!

– Aspettate, dove lo troviamo il ghiaccio?
– Che cosa? Ah, la cometa di Halley naturalmente… L’unica risorsa sufficiente di cubetti di ghiaccio senza scarafaggi dentro… 
— Cavolo, sfruttare una cometa come se fosse una miniera.
— Si, ma non c’è occupazione più sana di quella del minatore, soprattutto quando ti trovi su una palla di neve che viaggia nello spazio a milioni di miglia all’ora…
(Fry & Prof. Fansworth – Futurama)

 

Serena Piccardi

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