29 marzo 1912
Nel tragitto di ritorno dal Polo Sud, l’esploratore britannico Robert Falcon Scott scrive l’ultima e drammatica annotazione sul suo taccuino di viaggio. “Se fossimo vissuti, avrei avuto cose da raccontare sull’ardimento, l’abnegazione e il coraggio dei miei compagni che avrebbero commosso il cuore di ogni inglese. Queste rozze note e i nostri corpi senza vita dovranno narrare la nostra storia”. Per Scott e i suoi il rientro divenne ben presto una lotta disperata, in gran parte aggravata anche dalle pessime condizioni meteorologiche con temperature talmente rigide che, dall’introduzione delle moderne stazioni meteo negli anni sessanta, furono nuovamente registrate una sola volta. I corpi degli esploratori saranno sepolti nel punto dove verranno trovati da una spedizione di soccorso mandata otto mesi dopo alla loro ricerca.