Non sposate le mie figlie! // Philippe De Chauveron

Da qualche anno ormai, i nostri cugini d’Oltrealpe, sfornano commedie che si rivelano degli autentici campioni d’incasso al botteghino. A partire dal memorabile successo nel 2008 di Giù al nord, fino ad arrivare al sorprendente Quasi amici che nel 2013, sfiorò per un soffio la nomination agli Oscar come miglior film straniero.

Il fenomeno è di per sè curioso, perchè la commedia non è un genere cinematografico tipicamente francese, come può esserlo in Italia o in America, paesi che vantano una lunga tradizione in questo senso. Non fa eccezione questo Non sposate le mie figlie! che arriva nelle nostre sale il prossimo 5 febbraio, con un battage pubblicitario di tutto rispetto e con un remake in salsa nostrana nell’imminente futuro.

Al centro della vicenda troviamo Claude e Marie Verneuil, coppia borghese cattolica e conservatrice, che deve assistere nel giro di poco tempo al matrimonio delle proprie figlie. Tutto sarebbe perfetto, se i tre mariti non fossero nell’ordine, un musulmano, un ebreo e un cinese. Nell’epoca della globalizzazione, la tolleranza dovrebbe essere un valore aggiunto, ma quando “lo straniero” per razza e cultura, entra improvvisamente nelle nostre vite, tutto si rivela fragile e relativo e i nostri principi vengono messi in discussione. Tutte le speranze dei poveri coniugi, si riversano sulla figlia minore Laure, che non smentirà le sorelle, decidendo di convolare a nozze con Charles giovane attore di colore. Da questo momento in poi si innescherà un processo senza ritorno, che metterà in serio pericolo l’intero equilibrio familiare.

Il film, naturalmente tratta la materia in chiave comica, affidandosi a gag esilaranti che fanno centro, grazie a un ritmo implacabile e ad attori che con molta astuzia, evitano di trasformare i personaggi in macchiette, come spesso accade nel nostro cinema. La storia, inizia con un rimando o forse un omaggio a “Quattro matrimoni e un funerale”, celebre commedia inglese del 1994, diventata un vero e proprio cult movie, per procedere poi su un terreno del tutto personale, che sotto un’aurea di leggerezza, tratta temi profondamente attuali.

Certo lo scopo primario, resta quello dell’intrattenimento e il film non entrerà nella storia del cinema, ma è interessante notare, come un prodotto di media fattura, possa raggiungere un così vasto pubblico. Senza trovare scorciatoie, (quali personaggi televisivi che s’improvvisano attori o peggio ancora registi), ma raccontando semplicemente una storia con garbo ed eleganza, senza ricorrere alla battuta facile o ad un linguaggio volgare e scontato.

Laura Pozzi

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