J.J. Cale / Storia di una chitarra leggendaria ma di successo riflesso

Certi artisti pur rappresentando pietre miliari della musica, spesso un po’ per sfortuna, un po’ per caratteri schivi se non proprio timidi, non accedono al successo universalmente inteso, ma rimangono in un’area separata, di cui fanno parte solo gli appassionati e i fortunati che li conoscono.

Ben tornati all’ascolto di una nuova puntata della rubrica di storia della musica, La Musica del Venerdì.

Il nostro eroe di oggi si chiama J.J. e nasce nel 1938 a Tulsa, Oklahoma City. Inizia la sua carriera nella metà degli anni ’50, come chitarrista, girando i bar affollati di cowboys della sua città.

foto JC1

In seguito fa una capatina a Nashville, la capitale del business Country, ma se ne va quasi subito. Troppo diversa la sua musica da quella che si suona lì. Si dirige quindi a Los Angeles e nel 1970 compone “After Midnight”, brano che passa presso ché inosservato, finché, per qualche arcano e misterioso piano del destino, finisce tra le mani di Eric Clapton, che la incide, facendola conoscere al mondo.

In quarant’anni di carriera J.J. pubblica 15 album, tutti eleganti e di ottima fattura, nei quali mischia folk, country, blues e rock in una miscela personalissima e condita con il suono leggendario della sua indolente chitarra. Nessuno di questi dischi, però, gli ha mai permesso di varcare il confine di una notorietà riflessa o poco più.

Se volete vederlo giovane e in bianco e nero..

foto JC2

se volete vederlo nel 2010 in compagnia dell’amico Eric Clapton..

foto JC3

infine se volete vederlo in una delle sue ultime immagini..

foto JC4
Con il brano portato al successo da Clapton “After midnight”

con la pigra e ipnotica “Crazy Mama”

e con il brano tipico per lo stile chitarristico di J.J. “River Runs Deep”

 

Signore e Signori,

ecco a Voi

il grande J.J. Cale

Buon ascolto e buon venerdì

 

Fabrizio Savelli

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