Quando siete un Nerd, con tanto di occhialetti, privo del phisique du role della star, può capitare che a lungo andare, con il successo, vi tiriate dietro, anche critiche, minacce e detrattori senza una vera colpa da parte vostra, tranne forse la troppa educazione e mitezza.
Ben tornati all’ascolto di una nuova puntata della rubrica di storia della musica, La Musica del Venerdì.
Oggi vi parlerò di un bambino di nome Richard, che nasce nell’anno 1965 a New York. A dieci anni impara a suonare la chitarra e a sedici parte con i suoi amici dal Connecticut, dove vive, prendendo in prestito la macchina di qualcuno per arrivare in città ed entrare di nascosto nel Peppermint Lounge o al Danceteria. A diciotto riceve in regalo un registratore a 4 piste e negli anni ’90 fa la gavetta all’interno della scena elettronica americana
non curante dell’ingombrante bis nonno, famoso scrittore, di nome Herman Melville
Quando sul finire del 1999 pubblica l’album “Play”, la sua speranza è di vendere 30 mila copie, in realtà ne vende 10 milioni, facendo letteralmente il botto e venendo catapultato in un mondo di fama e successo a cui, come spesso succede, non pensa di poter aspirare. Riguardo a quel periodo ha detto: partecipare alle feste più importanti, conoscere gente interessante e drogarsi era divertente e in verità non ci si può allontanare da una vita così pensando che non sia divertente, ma solo comprendendo che fa male.
Ora, uscito dallo star system, non insegue più il successo e vive vegano, sereno e pacifico oltre che decisamente ricco.
Da qualche anno ha lasciato polemicamente New York, affermando che la città è governata da pochi oligarchi miliardari e pazzi. Si è trasferito in California.
Se volete vederlo, mentre ci guarda senza occhiali..
se volete vederlo in una bella immagine in metropolitana..
infine se volete vederlo sorridente astronauta..
Dal citato Play, il brano “Porcelain”
con la voce di Jennifer Price, in “In This World”
e infine, con la bella “We Are All Made Of Stars”
Signore e Signori
ecco a Voi
Moby
Buon ascolto e buon Venerdì.
Fabrizio Savelli