Presentato all’ultima mostra del cinema di Venezia, giunge nelle sale italiane Perez, polar-noir tutto italiano, con protagonista un Luca Zingaretti, che sveste i panni del commissario Montalbano per incarnare un personaggio, quasi all’opposto, ma sicuramente non meno efficace.
Demetrio Perez. è un avvocato d’ufficio, disilluso e quasi rassegnato ad una vita che offre pochi slanci e motivazioni. La sua specialità è quella di prendere le difese di delinquenti, dimenticati e perdenti, senza aspirare a molto altro. Unica luce nella sua cupa esistenza è sua figlia Tea. La sua vita di ignavo però viene sconvolta nel momento in cui il suo destino, incrocia fatalmente quello di Luca Buglione, capo cammorista che decide improvvisamente di collaborare con la giustizia.
I due stabiliscono un patto, basato su un reciproco scambio che Perez è costretto ad accettare, per salvaguardare il futuro di Tea, che nel frattempo ha intrapreso una relazione con il malavitoso Francesco Corvino, che Buglione ha intenzione d’incastrare e allontanare dalla vita della giovane ragazza. Perez, prende coscienza dell’ingrato mondo che lo circonda e per la prima volta dovrà farsi avvocato di se stesso e affrontare quella realtà che la sua inerzia, aveva sempre tenuto lontana dal suo mediocre mondo.
Il film, opera seconda di Edoardo De Angelis, deve molto del suo fascino alle ambientazioni, che interagiscono in modo complementare con il vuoto e le angosce interiori del protagonista. Girato quasi interamente di notte o volutamente in giornate senza sole, l’azione si svolge per la maggior parte della storia, nel centro direzionale di Napoli, progettato dall’archistar giapponese Kenzo Tange e costruito sulla foce del Sebeto, misterioso fiume, che identifica l’enorme costruzione in una terra di nessuno. Il senso di oppressione che si respira, in questo insolito set, fa di Napoli una città algida e innaturale del tutto estranea alla nostra conoscenza comune. E proprio questa particolare atmosfera, evidenzia ancor di più i tormenti di Perez..
Nella sceneggiatura non tutto funziona specie nel finale, ma resta comunque un film lodevole sotto molti punti di vista, visivamente coinvolgente e dal forte impatto emotivo, una rappresentazione della realtà italiana praticamente inedita nel panorama del nostro cinema.
Laura Pozzi