La gelosia // Philippe Garrel

E’ ormai consuetudine, che l’uscita di certi film considerati difficili o poco appetibili, corrisponda quasi sempre alla fine della stagione cinematografica. E in attesa del blockbuster di fine agosto che riporterà tutti nelle sale, ci concediamo il lusso di visioni alternative poco spettacolari, ma di indubbio valore artistico. E’ il caso de “La gelosia” di Philippe Garrell, autore sperimentale sempre attento alla forma, eternamente legato alla Nouvelle Vague, che in 77 minuti ci regala un piccolo teorema sull’amore, o meglio sulla sua parte oscura che dà il titolo al film.

Prendendo spunto dalla sua storia familiare, Garrell mette in scena l’essenziale, avvolgendolo in un elegante bianco e nero, che non dà scampo ai tumulti del cuore dei due protagonisti. Che sono un lui (interpretato da Louis figlio del regista, nonchè uno dei “The Dreamers” di Bernardo Bertolucci) con una deliziosa figlioletta a carico avuta da una precedente relazione e una lei (la magnetica Anna Mouglais vista in Romanzo criminale) due bohèmien con ambizioni artistiche, che vivono il loro amore in una mansarda di pochi metri quadrati, che alla lunga risulterà essere troppo spoglia e poco appagante per l’anima tormentata e contrastante di Claudia che “non sopporta di essere povera”.

Contrariamente a quanto si possa pensare, tra i due chi sembra amare “definitivamente” l’altro è proprio Louis, che tenta in tutti i modi e inutilmente di investire in un rapporto destabilizzato dall’ego troppo volubile di Claudia, che nonostante la sua gelosia, improvvisamente decide di lasciarlo per un architetto che le aveva precedentemente offerto un lavoro e una nuova prospettiva di vita. A Louis non resta che una scelta drastica, che probabilmente non lo aiuterà a risolvere la provvisorietà della sua vita, ma lo indurrà a interrogarsi sul suo futuro che non sappiamo se vedrà Claudia fra i protagonisti.

Il film scorre via leggero, come certi pomeriggi che i due giovani amano trascorrere passeggiando nei parchi, eppure attraverso i loro volti dubbiosi scorgiamo due psicologie tutt’altro che scontate, delineate perfettamente nella loro sfuggente complessità. E l’amore resta ancora una volta un mistero difficile da spiegare, un gioco senza regole, che tutti in un modo o nell’altro aspirano a vincere. E alla base c’è sempre la gelosia un sentimento ancora più controverso, di cui non si conosce origine e significato, ma solo i suoi effetti devastanti.

La pellicola, presentata all’ultima mostra del cinema di Venezia, nonostante le ottime critiche ricevute, è stata distribuita in poche copie e non saranno in molti ad avere la possibilità di vederla. Ci auguriamo che abbia maggior fortuna attraverso i passaggi televisivi, anche se i film di Garrell sono sfortunatamente da sempre “Fuori Orario”.

Laura Pozzi

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