15 novembre 1933
A soli ventuno anni, Giulio Einaudi, figlio del futuro presidente della repubblica Luigi Einaudi, fonda a Torino l’omonima casa editrice. L’impresa ha sede al terzo piano di via Arcivescovado 7, nello stesso palazzo che aveva ospitato l’«Ordine Nuovo» di Antonio Gramsci. La casa editrice venne immediatamente presa di mira dal fascismo: nel 1935 il proprietario Giulio Einaudi fu prima arrestato, e poi inviato al confino. Colonne portanti della casa editrice sono Cesare Pavese, Italo Calvino, Elio Vittorini, Leone Ginzburg, quest’ultimo assassinato dai fascisti. Pubblicò nel dopoguerra i Quaderni e le Lettere dal carcere di Antonio Gramsci. Nel 1994 fu acquistata dal gruppo Mondadori, al quale appartiene tuttora.