CHE COSA SUCCEDE OGGI
La Camera ha dato la fiducia al governo sulla legge di stabilità, Monti potrebbe salire in serata al Quirinale per dare le dimissioni.
Oggi, venerdì 21 dicembre, la Camera dei Deputati vota la fiducia alla cosiddetta “legge di stabilità“, ultimo passaggio importante dell’attuale legislatura e che segnerà la fine del governo Monti. In seguito alla decisione del Popolo della Libertà di togliere il proprio sostegno parlamentare al governo, il presidente del Consiglio ha comunicato l’8 dicembre la volontà di dimettersi constata l’impossibilità di avere ancora una maggioranza solida, come era stato dal momento del suo insediamento nell’autunno del 2011. Monti in quell’occasione ha spiegato che la decisione del PdL costituisce un “giudizio di categorica sfiducia nei confronti del governo e della sua linea di azione”. Ha detto poi che si sarebbe dimesso subito dopo l’approvazione della legge di stabilità.
Voto sulla legge di stabilità
Alle 12 di oggi alla Camera è iniziato il dibattito parlamentare sul provvedimento, sul quale il governo ha posto la fiducia. Dopo le dichiarazioni di voto è prevista la prima chiama per la votazione, il cui risultato dovrebbe essere comunicato intorno alle 14:30 – 15. Non sono previste particolari sorprese perché il governo avrà i numeri per fare passare il provvedimento, già approvato dal Senato. Intorno alle 15 inizierà l’esame degli ordini del giorno e alle 16:30 le dichiarazioni di voto finale. La votazione conclusiva sarà effettuata intorno alle 18. A quel punto il provvedimento sarà definitivamente legge dello Stato e Monti potrà dare seguito al proprio impegno di dimettersi.
Dimissioni
Non è ancora però chiaro come saranno gestiti i passaggi istituzionali dopo il voto alla Camera. Monti potrebbe salire al Quirinale per formalizzare le proprie dimissioni al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, già nella serata di oggi. Ma non è escluso che per ragioni di tempo il presidente del Consiglio si rechi dal presidente domani. Il governo dovrebbe comunque dimettersi entro il fine settimana, anche perché Monti ha confermato questa mattina che la tradizionale conferenza stampa con i giornalisti italiani e stranieri si terrà domenica 23 dicembre, alle 11 del mattino. Inizialmente la conferenza era stata prevista per oggi, ma fu rimandata in settimana a causa dei tempi parlamentari per l’approvazione definitiva della legge di Stabilità. Monti, secondo molte voci che circolano, domenica potrebbe annunciare infine la propria candidatura alle politiche.
Consiglio dei ministri
Come spiegano sul Sole 24 Ore, Monti potrebbe anche decidere di riunione un rapido Consiglio dei ministri nel tardo pomeriggio per affrontare alcuni temi rimasti ancora aperti. Tra questi c’è quello delle cosiddette “liste pulite” per le candidature alle elezioni. In Senato la commissione competente ha dato parere positivo al decreto del governo, che regola l’incandidabilità e l’incompatibilità delle cariche pubbliche in vista delle politiche del prossimo febbraio. Il Consiglio dei ministri potrebbe varare definitivamente il provvedimento, così da poterlo fare entrare in vigore in tempo per le elezioni. In questo caso le dimissioni da Napolitano sarebbero più probabili domani rispetto a oggi, per ragioni organizzative e di gestione dei tempi. Il fatto che la conferenza stampa di fine anno sia stata fissata per domenica potrebbe essere un ulteriore indizio, ma è bene ricordare che non c’è nulla di ufficiale e definito.
Scioglimento delle Camere
Con le dimissioni del governo, Napolitano potrà, sentiti i presidenti di Camera e Senato, sciogliere in anticipo le due camere del Parlamento. Lo farà con un decreto, che sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed esaminato dal Consiglio dei ministri, che avrà tra le altre cose il compito di fissare formalmente la data delle prossime elezioni. Come è stato anticipato nei giorni scorsi, si voterà con ogni probabilità domenica 24 febbraio 2013.
Fino alla prima seduta della prossima legislatura, Camera e Senato formalmente sciolti potranno comunque esercitare parte dei loro poteri. Si potranno occupare della cosiddetta “ordinaria amministrazione”, per convertire in legge i decreti del governo, operazione che deve essere compiuta entro 60 giorni dalla loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. La Camera ha già stabilito a metà dicembre che i suoi lavori proseguiranno anche dopo lo scioglimento, per approvare una legge di riforma costituzionale alla sua quarta lettura e che prevede la riduzione dei consiglieri regionali in Friuli Venezia Giulia, in Sicilia e in Sardegna. I capigruppo della Camera, aveva spiegato il 12 dicembre il presidente Gianfranco Fini, si riuniranno ai primi di gennaio per decidere i tempi e i modi dell’esame del provvedimento.
da ilPOST.it