SICILIA OGGI AL VOTO TRA MILLE INCOGNITE
In 10 corrono per la poltrona di presidente della Regione lasciata da Raffaele Lombardo. Ad appoggiarli 19 liste con 1.629 candidati. La sfida principale si gioca tra Rosario Crocetta, sostenuto da Pd e Udc, e Nello Musumeci, che ha l’appoggio del Pdl e della Destra. In gara, però, anche Micciché (Fli, Pds-Mpa, Gs e Mps). Buone le quotazioni del ‘grillino’ Cancelleri. Grande incognita l’astensionismo, secondo i sondaggi tra i 44 e i 48 punti.
Oggi si vota in Sicilia per il rinnovo anticipato dei 90 seggi del Consiglio regionale dopo le dimissioni a luglio del governatore Lombardo. Dieci i candidati presidenti ma la sfida principale è tra Rosario Crocetta, sostenuto da Pd e Udc, e Nello Musumeci, che ha l’appoggio del Pdl e della Destra. Buone le quotazioni anche per Micciché (Fli, Pds-Mpa, Gs e Mps). Sul voto pesa l’incognita del Movimento cinque stelle di Grillo che schiera Giancarlo Cancelleri. Urne aperte dalle 8 alle 22. Lo spoglio a partire da lunedì mattina.
Con l’apertura delle urne si è chiusa una campagna elettorale piena di polemiche, insulti e qualche querela. Insieme ai candidati alla carica di governatore della Sicilia, corrono nelle 19 liste collegate ben altri 1.629 candidati, tra cui 32 inquisiti con diversi guai giudiziari. Prevista un’alta percentuale prevista di astensionismo, secondo i sondaggi tra i 44 e i 48 punti, il che rende ancora più incerta la partita elettorale per le regionali. Proprio gli indecisi potrebbero essere, quindi, da ago della bilancia, tant’e’ che big e candidati, prima della giornata di silenzio, hanno fatto appello agli elettori affinché si rechino alle urne.
Il quadro che si prospetta non è dei migliori, soprattutto per quanto riguarda la governabilità della Regione. Infatti, chiunque vincerà le elezioni probabilmente non potrà contare su una maggioranza stabile in Assemblea e sarà costretto a ricercare nuovi equilibri e a dialogare con l’opposizione. Il voto fa calare il sipario su quattro anni di governo guidato da Raffaele Lombardo, trascorsi in una clima di perenne scontro politico.
Drammatica la situazione dei conti regionali, con il 2012 che chiuderà con un debito di quasi 6 miliardi di euro, 100 mila precari e interi settori polveriera da riformare: dalle società controllate ai rifiuti, dai forestali alla macchina burocratica. Altra grave incognita le inchieste giudiziarie aperte dalla Procura di Palermo che indaga sulla spesa dei gruppi parlamentari e sui fondi stanziati dalla Regione per una serie di eventi ed iniziative.