Pensieri

RIPRENDIAMOCI LA POLITICA

Era il 1981 quando Enrico Berlinguer, l’allora segretario del Partito Comunista, con un’intervista a Repubblica, metteva a nudo la triste realtà della classe politica italiana.


«I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune» diceva.

Sono trascorsi da allora trent’anni e poco o nulla è cambiato. L’Italia nel frattempo ha conosciuto la stagione di “Tangentopoli”, delle indagini giudiziarie condotte nei confronti di esponenti della politica, dell’economia e delle istituzioni italiane. Con gli anni Novanta veniva alla luce un’Italia fatta di corruzione, concussione e di finanziamento illecito ai partiti, un quadro devastante, di immoralità diffusa.

Ma al peggio non c’è mai fine, arrivano gli scandali della Regione Lazio che vede interessato il capogruppo del Pdl Franco Fiorito accusato di peculato e l’appropriazione di oltre 1 milione e 300 mila euro (ma il denaro movimentato e oggetto di indagine ammonta a circa 6 milioni) dirottati dalle casse del Pdl al consiglio regionale sui suoi conti correnti (in Italia e all’estero), attraverso oltre 180 bonifici. Un fiume di denaro e di melma che rischia di far affondare l’Italia intera.

Ha ragione Don Ciotti quando dice che siamo nel pieno di un coma etico. Ciò che è preoccupante e che ci stiamo avvicinando all’eutanasia del paese. E questo per il semplice fatto che manca da parte del popolo italiano la forza, la volontà di indignarsi.

Pare davvero incomprensibile come, mentre le piazze della Spagna, del Portogallo, della Grecia si riempiono di milioni di persone al grido di “lavoro, giustizia!”, le piazze italiane risuonino di un triste silenzio. Cosa sta accadendo, perché questa ignavia, questo lasciare scorre le cose come se nulla fosse. Perché non esplode una sana rabbia e sete di giustizia.

Forse vent’anni di Berlusconismo hanno forse addormentato le menti, hanno piegato gli animi?

Oltre al coma etico quindi, si dice che l’Italia soffra anche di antipolitica. Ma all’antipolitica si risponde solo con la grande politica, quella intesa in senso aristotelico, come dimensione naturale dell’uomo, la sola che garantisce le condizioni entro cui può realizzarsi la pienezza della vita umana.

Negli anni Settanta andava in voga la parola d’ordine: riprendiamoci la città. È venuto il tempo di riprenderci la Politica e con essa tutte le città, l’Italia intera.

da NUOVASOCIETÀ.it

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