Pensieri

ITALIA, QUANDO LA MATEMATICA DEI CONTI PUBBLICI NON SERVE ALL’ECONOMIA REALE

Secondo l’ultimo Documento di Economia e Finanza approvato dal Governo Monti, l’Italia dovrà soffrire economicamente anche nel 2013. L’economia italiana vedrà nel 2012 una contrazione del Pil pari a -2,4%, una contrazione del -0,2% nel 2013 mentre vedremo l’inizio di una ripresa solamente nel 2014.


Pressione fiscale e disoccupazione tra i problemi maggiori – La pressione fiscale aumenterà al 44,7% nel 2012 mentre il record verrà raggiunto nel 2013 con un pronostico a 45,3%. La disoccupazione che si trova attualmente al 10,7%, vedrà la rottura della barriera dell’11% con un probabile tasso target a 11,4%. Una riduzione della tassazione dei lavoratori e delle imprese, favorirebbe una ripresa dell’impresa italiana con conseguenti miglioramenti per quanto riguarda i consumi e la fiscalità. L’aumento del tasso di disoccupazione è preoccupante in quanto indica un’aumento del numero di persone non disposte a risparmiare e a spendere, bloccando ancor di più un’economia statica e senza stimoli.

La spesa per interessi (relativa quindi al mercato obbligazionario) arriverà a 86,1 miliardi di euro crescendo sempre più di anno in anno: 89,2 miliardi di euro nel 2013, 96,9 miliardi di euro nel 2014 e il record a 105,3 miliardi nel 2015.

Ciò che salva i nostri conti pubblici è l’avanzo primario: salirà a 63,8 miliardi di euro nel 2013 dai 44,9 miliardi di euro previsti per quest’anno. Nel 2014 l’avanzo primario arriverà a 71,8 miliardi di euro.

“Qui ventum seminabunt et turbinem metent” – Chi semina vento raccoglie tempesta”, si scriveva nel libro di Osea. Il Governo tecnico attuale non è nient’altro che il frutto di anni di politica malata, un macigno sulle spalle degli italiani che ora devono subire manovre di austerity in nome dei conti pubblici, conti martoriati dalla classe politica eletta per anni dalle stesse vittime della crisi. L’attuale Governo gioca con la matematica dei conti pubblici affinché il tutto quadri secondo regole accademiche già prestabilite, tralasciando poi fattori e variabili che in economia sono più che fondamentali e che prescindono da ogni regola e assioma di origine matematica, ossia stimolare l’economia e motivare la classe media. Alzare la pressione fiscale e consumare il potere d’acquisto degli italiani farà anche tornare i conti, di certo non porterà ad una ripresa dell’economia nel breve periodo.

da IBT.it

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