IL RADICALISMO ISLAMICO TRAVOLGE OBAMA
Il presidente sotto accusa per aver favorito la primavera araba che ha portato al governo forze anti-americane. Evacuato il personale da Sudan e Tunisia.
Il presidente degli Stati Uniti è al centro di numerose polemiche per l’operato dell’amministrazione in politica estera. E’ accusato dall’opposizione e da molti analisti di essersi lasciato sfuggire di mano la situazione in Medio Oriente. Dopo aver favorito la “primavera araba”, dicono gli esperti, Obama non è riuscito poi a mantenere i corretti rapporti con le forze islamiste che hanno preso il potere, dopo la cacciata dei regimi autoritari. E le forze rivoluzionarie si sono trasformate presto in forze anti-americane. Adesso gli Stati Uniti stanno evacuando l ambasciate di Tusini e Khartoum, ordinando alle famiglie e al personale non esssenziale di fare ritorno a casa.
La violente proteste in tutto il mondo musulmano dei giorni scorsi nei confronti del film “anti-islam”, che in molti considerano un pretesto sul quale far leva per la crescita di un sentimento anti-americano, secondo l’amministrazione Obama è il presagio di una situazione di “crisi prolungata con conseguenze diplomatiche e politiche imprevedibili”. Insomma, una bella sfida per il presidente che tra meno di due mesi chiederà ancora agli americani di sostenerlo nella corsa alla Casa Biaca contro il suo avversario Mitt Romney.
“Tutto il personale non di emergenza del governo americano in Tunisia deve partire in seguito agli attacchi all’ambasciata di Tunisi”, scrive il dipartimento di Stato in una nota. E da queste parole emerge chiara la preoccupazione per una situazione, il cui sviluppo è ancora tutto da capire. E intanto l’Aerica sconsiglia ai suoi cittadini di viaggiare in Tunisia e in Sudan, per le possibili conseguenze di un sentimento anti-Usa che sta montando sempre più forte in questi giorni, nonostante il momento di relativa calma delle scorse ore.
Per il presidente questo è il momento più delicato, le proteste rappresentano la più seria crisi di politica estera del suo mandato, anche considerando la vicinanza delle elezioni. E le accuse di aver sostenuto delle rivoluzioni che si sono trasformate in prese di potere di regimi islamisti e anti-americani è forte. Ma Obama non ci sta e attraverso i suoi collaboratori respinge al mittente le accuse: “Abbiamo compiuto molta strada nel dimostrare che gli Stati Uniti non sono in guerra con l’Islam”, dice Benjamin Rhodes, consigliere per la sicurezza nazionale. “E’ chiaro che restano sfide in parte del mondo arabo”. Ora tutti attendono gli sviluppi della situazione.
da Globalist.it