IL MISTERO DELLA VITA SU MARTE
Alla vigilia dell’arrivo del rover Curiosity sulla superficie del Pianeta Rosso riprendono vigore quelle domande cui astronomi e scienziati cercando di dare una risposta da oltre un secolo: c’è vita su Marte? E che forma potrebbe avere?
Da decenni gli astronomi dibattono sulla possibilità che la vita umana discenda direttamente da una civiltà evolutasi su Marte e poi estintasi. Questa ipotesi viene ciclicamente presa in considerazione dagli scienziati e poi accantonata, in base dell’evoluzione degli studi sul Pianeta Rosso.
Eppure si tratta di una teoria che affonda le sue radici addirittura nell’Ottocento: il sito americano PBS racconta che, nel 1870, l’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli fu il primo ad identificare tracce di acqua su Marte. Nel suo studio chiamò queste tracce “canali”. Ma, per colpa di una traduzione imprecisa, Percival Lowell saltò a una conclusione forse un po’ affrettata, deducendo erroneamente che quei canali erano stati costruiti da qualcuno.
Lowell, che era anche uno scrittore piuttosto prolifico, riuscì a convincere quasi tutta la comunità scientifica dell’epoca del fatto che, sul Pianeta Rosso, ci fosse un esercito di marziani intenti a costruire nientemeno che una gigantesca rete idrica, dando vita così a tutto un filone di teorie fantascientifiche che sono giunte fino ai giorni nostri, regalandoci film e romanzi di assoluto fascino per tutti gli amanti del genere.
È solo negli anni Sessanta e Settanta, in piena corsa allo spazio, che si riuscì a provare che le teorie sui marziani non erano altro che supposizioni prive di fondamento: le sonde Mariner, spedite nello spazio dallaNASA, furono le prime a portare sulla Terra le immagini di Marte, che provavano l’assoluta assenza di manufatti sulla superficie del pianeta. Nel 1976, poi, i moduli Viking riuscirono addirittura ad atterrare, alla ricerca di microrganismi viventi. Ma nulla fu trovato, tranne che polvere e sabbia senza vita.
Ma gli studi sul Pianeta Rosso si concentrano anche intorno a un reperto di straordinaria importanza scientifica: il meteorite Allan Hills 84001. Secondo gli scienziati, questo asteroide è il più antico “sasso” marziano mai precipitato sulla Terra. La sua età è stimata intorno a 4,5 miliardi di anni: la stessa età dell’Universo, e gli esperti hanno potuto stabilire con certezza che si traccia di una roccia marziana confrontandone la composizione con i campioni riportati sulla Terra da Viking.
Nel 1996, gli scienziati del Johnson Space Center di Houston hanno ipotizzato che quell’asteroide racchiudesse al suo interno dei piccoli microrganismi fossili, prova di una passata vita di Marte.
Oggi il dibattito sulla presenza di vita su Marte è ancora molto acceso, ma gli scienziati sembrano concordare sul fatto che lassù non ci sia nulla di vivo. Ralph Harvey, professore di astronomia minerale alla Case University ha passato moltissimi anni a studiare i meteoriti marziani e spiega:
Il tema della vita su Marte è sempre un argomento delicato: è qualcosa che va al di là della misurabilità, perché non si può pensare che lassù la vita proceda con gli stessi ritmi di quella terrestre. La vita è qualcosa di tangibile. La vita è quella cosa che grattiamo via dalle rocce quando vogliamo sapere la storia delle rocce. E su Marte non ho mai visto niente di simile
Eppure qualcuno ci crede ancora: e la sonda Curiosity, che dovrebbe arrivare sulla superficie del Pianeta Rosso il prossimo 6 agosto, potrebbe svelare questo mistero. Nonostante Curiosity non sia una missione studiata per scovare la vita su Marte, di sicuro potrà portare un contributo significativo all’evolversi delle teorie su questo affascinante pianeta.
da Liquida.it