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SPAGNA, PIAZZE IN RIVOLTA E LA POLIZIA SI SCONTRA CON I POMPIERI

Manifestazioni, comizi e scontri con la polizia. La tensione, in una Spagna disorientata e nel panico, è altissima, tanto che ieri le proteste sono culminate in uno scontro tra polizia e pompieri. Gli agenti, in assetto antisommossa, hanno bloccato la folla: in loro difesa sono arrivati i pompieri, che con un cordone di protezione, hanno cercato di mediare. Ennesima notte di proteste, in un paese dilaniato dalla paura di diventare la nuova Grecia.


La Spagna scende in piazza per manifestare contro i tagli da 65 miliardi di euro decisi dal Governo, in un clima di forte tensione dopo gli scontri avvenuti la scorsa settimana in seguito alla marcia dei minatori. In 80 città sono state convocate manifestazioni con al centro la protesta per i tagli ai sussidi di disoccupazione e la cancellazione delle tredicesime per i dipendenti pubblici, ma la serata si è trasformata in una rivendicazione contro le decisioni economiche di una classe dirigente completamente sfiduciata. E a Madrid, attorno alla piazza del Parlamento, trasformata da giorni in una zona rossa blindata con forti limitazioni al transito, gruppi di manifestanti hanno cercato di sfondare le gabbie installate in ogni angolo, con in testa l’inedito e agguerrito collettivo dei pompieri.

Cominciata dopo l’orario di lavoro, in risposta ad alcuni parlamentari della maggioranza che lanciano da tempo messaggi strafottenti contro i dipendenti pubblici – l’ultima, in piena seduta, una deputata diventata celebre per il suo “que se jodan” (che vadano a farsi fottere) – nella capitale la manifestazione ha assunto fin dal principio una connotazione che va ben oltre le rivendicazioni sindacali per cui era stata convocata.

Centomila persone, secondo le stime del quotidiano El País, tra cui si sono visti i collettivi di maestri e professori, medici, infermieri, personale amministrativo e pensionati, ma anche il settore dello spettacolo, penalizzato dall’aumento dell’Iva per la cultura, i ricercatori, molti dei quali mandati a casa con interruzione del progetto su cui stavano lavorando, gli indignati, i pensionati, il movimento omosessuale, i minatori e persino vari sindacati di polizia. Un gesto forte, particolarmente apprezzato da molti manifestanti, dopo che le violenze succedutesi nei giorni scorsi che avevano fatto tornare l’incubo di un franchismo mai del tutto archiviato. Poliziotti e agenti municipali in divisa, ai bordi del corteo, hanno così assistito alla marcia dei propri colleghi, mentre al corpo dei Pompieri è andato invece un ruolo di primo piano.

Terminato come da tradizione alla Puerta del Sol, il corteo si è quindi smembrato in più parti e mentre in molti assistevano ai discorsi dei sindacati, per la prima volta dopo vent’anni tutti uniti, vari gruppi hanno cercato di sfondare in direzione della Camera dei Deputati, chiusa ad ogni accesso da delle gabbie installate ormai da tre giorni e con gli agenti antisommossa schierati.

Gli alterchi con alcuni manifestanti, tra cui diverse anziane che invitavano vivacemente gli agenti a non difendere gli interessi di chi sta mandando in malora il Paese, hanno scaldato l’atmosfera, fino a che nella calca, sempre più numerosa, si sono fatti avanti i pompieri tra gli applausi.

Di fronte alle prime cariche alcuni pompieri hanno quindi cercato di mediare, costruendo un cordone di sicurezza e invitando i colleghi poliziotti a lasciar confluire la protesta davanti al Parlamento. Inevitabili a quel punto i momenti di tensione, soprattutto quando tra la folla si sono visti alcuni volti insanguinati che hanno acceso immediatamente nuove proteste, a cui ha fatto seguito l’arresto di un pompiere.

In varie strade che si affacciano sulla Plaza de las Cortes si sono ripetuti episodi di questo tipo e soltanto dopo mezzanotte il corpo dei pompieri ha deciso di ritirarsi, mentre la polizia ha sgomberato i manifestanti più ostinati, tra cassonetti incendiati e scontri in alcuni casi molto violenti. In tutto il Paese il bilancio parziale è di sette arresti e diversi feriti.

Il bilancio della serata è però un altro e sebbene la segretaria del Partito Popolare, María Dolores de Cospedal, abbia voluto sminuire le proteste appellando alla famosa maggioranza silenziosa che non è scesa in piazza, la situazione in Spagna si fa sempre più tesa ed è impossibile ormai ricondurre il dissenso ad alcuni gruppi definiti.

La disillusione dell’elettorato di centro destra, che assiste con terrore ai silenzi di un Mariano Rajoy sempre più incapace, si somma adesso a quella dei votanti del centro sinistra, ferito prima dall’inettitudine di Zapatero e poi dall’opposizione blanda che il partito dimostra in questi frangenti. La paura di finire nel baratro già visto in Grecia e la completa sfiducia nelle ricette europee, applicate in modo maldestro da un Governo che ha perso da tempo l’iniziativa, rendono la società spagnola sempre più spaventata, ma anche pronta a reagire in difesa della democrazia faticosamente messa in piedi negli ultimi trent’anni.

da Linkiesta.it

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