TRENTASEI OMICIDI IN UN ANNO: A ROMA SI SPARA PIÙ CHE A NAPOLI
I sequestri di armi sono all’ordine del giorno, ma nulla che abbia a che vedere con il ritorno sulla scena della Banda della Magliana.
Pistole, bombe a mano, kalashnikov. Roma, con il passare dei mesi, diventa sempre più un immenso arsenale. Nell’ultimo anno i sequestri di armi sono stati all’ordine del giorno: armi nascoste, commerciate, trafugate, vendute sotto banco e illegalmente. L’effetto immediato è stato l’aumento degli omicidi, legati ai regolamenti di conti, degli agguati e delle sparatorie. Il 2011 è stato un anno nero: per la prima volta la Capitale, con 36 omicidi, ha superato il numero dei morti ammazzati di Napoli. Cosa significa? Molti hanno scomodato la mafia e la camorra, altri il ritorno della Banda della Magliana. Le cronache ci restituiscono invece un’altra realtà: la maggior parte dei casi di sangue è legato alla criminalità comune, certamente organizzata, ma che ha trovato anche nell’accesso agevolato alla armi la corsia preferenziale per regolare i proprio conti, spartirsi il territorio facendo vedere chi comanda davvero. E l’ultima sparatoria lo dimostra. Alle porte di Roma un 50enne è stato ferito da un colpo di pistola al torace. Si tratta di un pregiudicato, per rapina. È stato portato in ospedale dal figlio, anche lui alle prese con la giustizia. I quartieri “suk” delle armi sono quelli alla periferia sud: Tor Bella Monaca, Prenestino, Casilino e San Basilio.
DUE CANALI DI APPROVVIGIONAMENTO – All’inizio di quest’anno, in un garage dell’Alessandrino, in zona Casilina, è stata scoperta una santabarbara: pistole di medio e grosso calibro, kalashnikov vecchi ma perfettamente funzionanti, un mitra Mp5 usato dalle forze speciali e una mitraglietta leggera che può sparare raffiche micidiali di 15 colpi in pochi secondi. Un armamentario pronto per assalti e rapine. In quell’occasione, fu lo stesso capo della direzione distrettuale antimafia della Capitale, Giancarlo Capaldo, a commentare il fatto. «A Roma – disse – ci sono sempre stati gruppi criminali particolarmente attrezzati dal punto di vista militare. La novità è il ricorso più frequente alle armi per i regolamenti di conti». Ma da dove arrivano? Ci sono due canali principali di approvvigionamento e il principale è il traffico di armi che proviene dall’area balcanica. Stando ai dati forniti dal comando provinciale dei carabinieri di Roma si tratta di armi ‘sopravvissute’ alla guerra. L’altro canale invece, intramontabile, è la ricettazione. Ossia il mercato delle armi rubate: in media in città si registra il furto di tre armi al giorno.
EX BANDA DELLA MAGLIANA – La cronaca degli ultimi due anni, a Roma, ha riesumato storie e fatti che si pensavano chiusi. Esattamente due anni fa, in una della zone più esclusive di Roma, Prati, viene ucciso in pieno giorno e in mezzo alla gente, a due passi dal Vaticano, Flavio Simmi, 33 anni, figlio di un ex boss della Banda della Magliana. Cade sotto sette colpi al torace, in una feroce esecuzione. E da quel momento in poi, quell’agguato apre un mondo. Nei mesi successivi altri componenti, non certo di spicco, della mala romana degli Anni Ottanta, finiscono uccisi o finirono in carcere. È il caso di Enrico Nicoletti, ex cassiere della feroce organizzazione, accusato di usura, estrorsione e rapine. Sono queste le attività cui si sono dedicate negli ultimi anni gli affiliati alla Magliana. Ed è proprio per compiere questi reati che ora tutti hanno a disposizione una quantità smodata di armi.
LE ZONE CALDE – San Basilio, Tor Bella Monaca, Primavalle e Casilino. Sono queste le zone della capitale dove si concentra la maggior parte del traffico di armi ma anche degli agguati degli ultimi mesi. All’inizio di quest’anno, proprio nel quartiere Casilino sono state scoperte migliaia di munizioni, decine di pistole, fucili e mitragliatrici pronti a sparare, auto e moto rubate, falsi distintivi e uniformi contraffatte, parrucche, passamontagna e caschi. Una santabarbara dalla quale, probabilmente, si rifornivano i criminali della zona e che serviva al proprietario, un pregiudicato romano, appunto, per mettere a segno quelle rapine che già negli anni passati gli erano costate anni di carcere. Il 7 luglio l’ultimo ritrovamento: in una casa sono state trovate una calibro 22 e una semiautomatica calibro 9. La zona, era, appunto, quella di San Basilio.