A lezione di sostenibilità nel posto che non ti aspetti. Greenaccord Onlus, assieme a giornalisti di ogni parte del mondo, vola in Costa Rica. Obiettivo: scoprire il segreto della felicità.
I soldi non fanno la felicità. Un detto che, in questi tempi di crisi, può risultare uno schiaffo alla miseria. Le cose però cambiano se a dirlo non sono ricchi blasonati e incontentabili ma gente comune. E se il monito arriva poi da un Paese al 77esimo nel mondo per Prodotto interno lordo, la situazione muta radicalmente. É oggi ai vertici dell’Happy Planet Index, l’indice mondiale di felicità umana, proprio il Costa Rica.
Qual è allora il segreto per vivere bene? É per scoprire gli ingredienti della preziosa ricetta che l’associazione Greenaccord Onlus organizzerà nel territorio costaricense il Forum Internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura. «Il Costa Rica è storicamente, tra i Paesi dell’America Latina, uno dei più attenti al rispetto della libertà d’espressione e della libertà di stampa. Per questo siamo orgogliosi di poter ospitare nel nostro territorio il decimo Forum internazionale del giornalismo ambientale Greenaccord», fa sapere il presidente del Costa Rica, Laura Chinchilla. Un’apertura che ambisce a rendere nota l’esperienza di questo splendido Paese del Centro America: «Anche perché – aggiunge Chinchilla – è attraverso gli operatori dei media che possiamo presentare all’opinione pubblica mondiale il modello di sviluppo che da anni portiamo avanti nel nostro Stato. Un modello basato sul basso impatto umano, sulla sostenibilità ambientale e sullo sfruttamento attento delle risorse naturali di cui il nostro territorio è ricco».
Un esempio supportato da fatti concreti. Qui risulta elevato il tasso di alfabetizzazione e la tutela dell’ambiente non prescinde dal benessere dell’intera popolazione. La Natura è protetta dalla Costituzione locale mentre il 30% del territorio figura nei parchi nazionali che, al loro interno, custodiscono il 5% del patrimonio mondiale di biodiversità.
Un sistema virtuoso, che ha senz’altro molto da insegnare ma che comunque è dispendioso e necessita di risorse. Il circolo vizioso sembra non arrestarsi: soldi, crisi economica, sacrifici. E soprattutto: tagli alle spese. Da dove partire? Il Costa Rica una risposta se l’è data. «Siamo uno Stato piccolo – commenta Federico Ortuño Victory, ambasciatore del Costa Rica in Italia e presidente dell’Istituto Italo-Latino Americano -. Eppure la scelta di destinare risorse non alle spese militari ma alla tutela del nostro territorio e all’istruzione sta dando grande soddisfazione ai nostri cittadini. Far conoscere i vantaggi di simili scelte – conclude l’ambasciatore – ci permette di creare un fronte comune che può incidere nelle scelte fatte a livello internazionale».
Più istruzione e una vita in armonia con l’ambiente: una soluzione ottimale e di buon senso, in linea teorica. La prospettiva di una possibile applicazione pratica all’interno del ‘civile mondo occidentale’ presenta, infatti, qualche incrinazione.
Basta guardare gli ultimi dati del rapporto “Economia a mano armata” promosso dalla ‘Campagna Sbilanciamoci!’. Nel 2011 il 75% della spesa mondiale per armamenti tocca soltanto 10 Paesi sul pianeta. E l’Europa, in questo scenario, fa la sua bella figura, persino in concorrenza con gli Stati Uniti: in totale i paesi europei hanno circa 7 milioni di soldati (gli Usa 1 milione e mezzo), 45mila tra carri armati e mezzi di combattimento (34mila gli Stati Uniti) e 3.500 aerei di combattimento (2mila gli Usa). Spese che fioccano anche nel Bel Paese: l’Italia, secondo dati Sipri, ha destinato alle spese militari nel 2012 circa 30 miliardi di euro e, nei prossimi anni, si prevede di investire oltre 10 miliardi per 90 cacciabombardieri F35 e 1,4 miliardi per le missioni all’estero. Al di là di visioni pacifiste e di predizioni catrastrofiste: allo stato dei fatti quanto è possibile estendere al trove il ridente modello-Costa Rica? E soprattutto: quanto conta la tutela del Pianeta e la felicità dei suoi abitanti? Domande lecite, risposte ancora insolute.