Pensieri

E IL TIFOSO OMOFOBO E RAZZISTA DEVE FESTEGGIARE BALOTELLI

Il mondo del calcio, omofobo e razzista, di fronte alle reti di un italiano diverso dal solito.


Il pallone da calcio, come il globo, è rotondo; una sfera simbolo di perfezione, del divino più che dell’umano.
Un simbolo ingombrante per il suddetto sport, visti gli episodi di ripetute violenze ospitati dagli stadi e dagli spogliatoi; oggetti che colpiscono arbitri e giocatori avversari, grida di guerra neonaziste, insulti degni degli ubriachi del bar della stazione, prostituzione sugli spalti e comportamenti, in definitiva, da autentico branco, sono all’ordine del giorno nelle domeniche nostrane di campionato.
E per una volta non si può dire che all’estero l’erba sia poi molto più verde: il pallone, nel bene e nel male, è rotondo per tutti.

Ma un giorno successe che un giovanotto alto, forte, prestante e dalla pettinatura alla moda infilò due mitiche reti in una importante partita della nazionale contro un temibile avversario, la Germania. Fin qui niente di strano se non fosse per il fatto che il ragazzo in questione, giocatore che risponde all’italianissimo nome di Mario Balotelli, apriti cielo ha la pelle un po’ più scura rispetto alla media degli italiani.
C’è da immaginarsi il dilemma, lo stupore, lo sgomento di tifosi per i quali la circostanza di non essere biondo renano è argomento di improperio; stavolta i biondi renani erano loro, gli avversari, e noi italiani abbiamo dovuto mandar giù il rospo per identificarci, una volta almeno, con un italiano, quantunque un poco diverso dai miti favoleggianti degni del ventennio che ancora, evidentemente, circolano in ambienti omofobi e razzisti come lo stadio.
Resta da sperare che la svolta sia durevole e che i galletti vallespluga che affollano le tribune comincino a far rientrare il calcio nei ranghi costituiti dal fatto di essere uno sport e non un teatro di guerra: almeno per rendere omaggio alla perfetta forma sferica dell’amato pallone.

da Globalist.it

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