L’11 gennaio di 10 anni fa apriva la prigione militare di Guantanamo, all’interno della base americana situata nella Baia che porta l’omonimo nome. Il mondo era stato scosso da poco dall’attacco terroristico alle Twin Towers dell’11 settembre, il primo nella storia degli Stati Uniti sul suolo americano (non considerando le ben più lontane Hawaii con Pearl Harbor del 1941).
Tutto sembrava permesso, dal restrittivo e per nulla democratico “Patrioct Act”, alla “guerra preventiva”, proseguendo per l’appunto all’apertura di un vero e proprio centro di tortura e di sospensione dei diritti umani come il campo di prigionia di Guantanamo.
Le celle misurano due metri per due e si trovano praticamente all’aria aperta. Hanno un tetto di compensato e pavimento di cemento, ma invece di pareti sono avvolte da fil di ferro che gli danno l’aspetto della gabbia. Molte le persone rinchiusevi del tutto innocenti.
A nulla è servito l’impegno di Barack Obama durante la campagna elettorale del 2008 e successivamente la firma dell’ordine di chiusura del carcere (ma non della base militare) del 21 gennaio 2009. Il centro è ancora lì.
Oggi, a Parigi, Amnesty International è scesa in piazza per chiederne la chiusura.
Su tutti, vale una massima dell’ex presidente USA Bill Clinton in riferimento al modello al quale gli Stati Uniti e quindi la civiltà Occidentale dovrebbero ispirarsi:
“Non dobbiamo essere l’esempio della nostra forza, ma la forza del nostro esempio”.
di Filippo Piccini